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Parrà forse ad alcuni, pietose donne e voi discreti uomini, che io da la favola d’Ifi prendendo argomento, m’abbia questa istoria che io ora narrar v’intendo finta. Nondimeno la cosa è stata verissima e in questa nostra città accaduta, ne la quale tutti sanno come morì Francesco Totto nostro cittadino, ma forse non sanno la cagione. E perchè le donne gran profitto cavar ne ponno imparando ad esser nel parlar modeste, e i giovini non potranno se non riceverne giovamento moderando gli sfrenati appetiti, io ho deliberato nè più nè meno come la cosa fu adesso dirvi. Dico adunque che questi anni prossimamente passati essendo Francesco Totto nostro cittadino senza padre, e trovandosi assai agiato d’oneste facultà e fieramente innamorato d’una nostra gentildonna chiamata madonna Bartolomea Calora, che tutti conoscete, ad altro non attendeva che a questo suo ferventissimo amore. Aveva onoratamente maritata una sorella che senza più aveva, e lasciava la cura domestica de la casa a sua madre, ed egli tutto il giorno in casa de la Calora dimorava, il cui marito viveva a la carlona e lasciava correr l’acqua a l’ingiù, permettendo che la moglie continovamente stesse in giuochi e piaceri. Chè non passava personaggio nessuno per Modena che tratto da la fama de la Calora non l’andasse a vedere, e volendo giocar qualche somma di danari, ella, a le carte e dadi così bene come qual uomo gran giocator si fosse, giocava. Ella era tra tutte le donne modenese stimata la più bella. E sapete pur che generalmente questa nostra città ha fama d’aver bellissime donne. Era poi la Calora quella che di continovo trovava nuove fogge ne le vestimenta, e tutti i giorni di festa era cagione che si ballasse e si stesse sui piaceri. Il Totto le praticava tutto il dì in casa, e con la pratica venne in grandissima domestichezza seco e il suo amore le discoperse. La donna non si corrucciò punto d’esser dal giovine amata, anzi mostrò aver caro il suo amore, di modo che il Totto, lasciata dopo le spalle ogn’altra cura, solamente a servir madonna Bartolomea attendeva e tutto il dì in casa le stava. Il che gli era assai facile, non mettendo mente il marito a cosa che in casa sua si facesse. E veramente egli era ben fatto, secondo quello che i vicini dicono, che noi modenesi non pensiamo de le nostre