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era a veder un uomo ad un travicello legato con le membra fieramente lacerate non si poter aiutare ne domandar mercè. Ora essendo Violante più tosto stracca che sazia de la crudel vendetta che del falso marito pigliava, a lui il quale non so se poteva intendere disse: – Didaco, io ho preso di te quella vendetta che ho potuto, non quella che tu meritavi, chè il tuo fallo deveva negli occhi di tutto il popolo esser con l’ardenti fiamme purgato. Tu ti potrai almeno gloriare che per mano d’una donna che amasti, ed ella te senza fine amava, sei morto. Il che di me non avverrà, chè quando si potesse fare, io volentieri per le tue mani morrei. Ma poi che esser non può, Iddio farà di me ciò che più gli parrà espediente. Io non ti vo’ più tormentare. – Questo dicendo, due e tre volte il sanguinolente coltello in mezzo il core fin al manico gli piantò, e il misero giovine a queste ultime percosse quanto poteva distendendosi, di subito morì. Come elle il conobbero di questa vita passato, il sangue sparso per la camera asciugarono e slegato il corpo morto, quello in un gran cestone con le tronche membra collocarono e d’un pannolino copersero, riponendolo sotto il letto. Fatto questo, Violante a la schiava rivolta disse: – Giannica, – tal era de la serva il nome, – io non ti potrei mai ringraziare a bastanza de l’aita che data m’hai a far questa mia sì desiderata vendetta, la quale senza te impossibile era che io potessi prendere. Ora che io ho sodisfatto al mio immenso desiderio, restami solamente provedere a la tua salvezza, a ciò dopo me resti chi possa di qual maniera io mi sia vendicata al mondo far manifesto. Pertanto io vorrei che tu ti partissi e trovassi modo di passar in Affrica, che assai facile ti sarà, perciò che io ti darò tanti danari che comodamente andar vi potrai e per sempre ricordarti di me. Io ho qui, – ed apersele un coffanetto, – tanti danari, oro battuto e gioie, che passano la valuta di mille e cinquecento ducati. Prendeli tutti, chè di core te li dono, e non perder tempo a salvarti. Io terrò tutto oggi la cosa celata, sì che attendi al tuo scampo. – Giannica sentendo queste amorevoli parole che la giovane le diceva, si mise dirottamente a piangere, e a modo nessuno non la voleva intendere di partirsi da lei, affermando che l’istessa fortuna che ella correrebbe, anco ella voleva passare e che per amor suo non stimava la vita. Non puotè mai tanto persuaderla che Giannica volesse partire. Onde Violante veggendo che indarno si affaticava e che quella era pur disposta di voler morir seco, propose il resto de la notte dormire, che era poco spazio. E così tutte due in quella camera quel poco di tempo riposarono.