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a far una solennissima festa. Tutte le donne di Savona si ritrovarono in palazzo, ove per otto dì continovi volle l’imperadore che la festa durasse, dicendo che erano le nozze de la figliuola che egli celebrava. A la fine, essendo Ottone astretto d’andar a la volta di Lamagna, fece tutti sette i suoi nipoti figliuoli d’Aleramo e d’Adelasia marchesi. Il primo, che Guglielmo, come sapete, si chiamava, fece marchese di Monferrato; al secondo diede il marchesato di Savona con molte terre, dal quale sono discesi tutti i marchesi del Carretto, dei quali è capo oggidì il marchese di Finario; il terzo ebbe Saluzzo, di cui ancor la stirpe dura; il quarto generò il ceppo dei marchesi di Ceva; fu il quinto marchese d’Incisa, di cui ancora persevera la signoria; ebbe il sesto il marchesato di Ponzone, ed il settimo quello del Bosco. E volle Ottone che Aleramo e Adelasia restassero signori e marchesi del tutto fin che vivevano. Vide adunque Aleramo i figliuoli tutti in buonissimo stato, ed egli con la moglie lungo tempo in grandissima contentezza visse, e fin oggi la sua stirpe è nei maschi perseverata, eccetto quella di Monferrato, che una volta restò in una donna che si maritò in un figliuolo de l’imperadore di Costantinopoli di casa Paleologa, ed ora anco è finita ne la duchessa di Mantova la Paleologa e si rallignerà ne la nobilissima schiatta di Gonzaga. E così vanno le famiglie mancando e mutandosi, non essendo sotto il globo de la luna cosa stabile e ferma: che ci dimostra che qui non debbiamo fermar i nostri pensieri, ma rivoltargli tutti al cielo.