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aperto il camerino, fece i dui novelli amanti entrar ne lo steccato ove senza morte si combatte. Come gli amanti insieme si videro, tanta fu d’ambidui l’allegrezza che vinti da soverchia gioia non poterono per buona pezza dir parola, ma come colombi, strettissimamente abbracciati, mille soavissimi baci si diedero, sentendo inestimabil piacere. A la fine riprese le forze, assai cose sovra il loro amore ragionarono. E prima che quindi partissero, volle Adelasia esser da Aleramo sposata, seco deliberando dovunque egli andasse di seguitarlo. E divisato insieme de l’ordine che al partirsi devevano tenere, a ciò che il santo matrimonio tra lor celebrato più compitamente si facesse, quello con piacer grandissimo d’ambe le parti amorosamente consumarono. E così il buon Aleramo la sua Adelasia di pulcella fece donna. Restò dopoi chiuso egli nel camerino, e Adelasia, aperta la camera e fatte venir le sue donzelle, tornò al solito suo essercizio. Ne l’ora poi de la cena, Aleramo per non esser da alcuno de la corte conosciuto, vestitosi i panni da facchino, con la sua cassa su le spalle uscì del palazzo, e al suo albergo ritornato cominciò a dar ordine al fatto suo. Egli, fatto vender alcune cose che in Sassonia aveva e datele per buon mercato per più tosto venderle, diede voce che altrove voleva investir i danari; onde comprate alcune gemme preziose di gran valuta, con quelle e qualche danari che in un farsetto cuciti aveva, una notte insieme con Adelasia, che nascosamente era di corte uscita, prese il camino verso Italia. E quella notte istessa, con panni che Aleramo apparecchiati aveva, si vestirono da peregrini che a visitar i luoghi santi andassero, avendo prima a la donna scorciati i capelli e vestita in abito di garzone. Cominciarono adunque allegramente a far il lor viaggio, caminando tutti dui a piedi per meglio andar celati. Veramente si può ben dire che l’amore di questi dui innamorati era del più fino e perfetto che si potesse trovare. Non voglio parlar d’Aleramo, perciò che era uomo, giovine, forte, robusto, e ne l’arme, ne le cacce ed altre fatiche essercitato. Ma che diremo d’Adelasia; figliuola d’un imperadore e quasi data per moglie a un re d’Ongaria che a quei tempi era re potentissimo, la quale non avendo riguardo a cosa che fosse, elesse più tosto col suo Aleramo peregrinando andar incognita e vivere in essiglio che divenir regina? Non avete voi compassion di lei che giovanetta e delicatissima, in abito di poltronieri, se ne va tutto il dì a piedi? Amore che le cose diffìcili suol render facili a chi lo segue, amore era quello che tutte le fatiche le faceva leggiere e