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Da voi adunque in questo mio bisogno chieggio conseglio ed aita. – Rodegonda, udite che ebbe queste parole, tutta isvenne, e poi che furono gli smarriti spiriti raccolti, così a dir cominciò: – Oimè, signora mia, che cosa è questa che voi ora mi dite? Volete voi che io in questa mia vecchiaia cominci a far frode al mio signore e quello faccia, essendo attempata, che giovane mai non feci? Non vogliate, per Dio, farmi far quello che a voi e a me eterno biasimo apporti ed oltra il biasimo, la morte. Ma se volete il mio conseglio seguire, smorzate le nocive fiamme nel casto petto accese, a ciò che io, a voi e me, perdizione non meni. Non v’inganni vana speranza, ma fate resistenza a questi primi impeti e facilmente di voi stessa donna diverrete. Colui che questo amoroso veleno a poco a poco nodrisce, si fa d’un crudele e violento tiranno schiavo, e quando poi vuole, non può il collo dal gravissimo giogo levare. Oimè, che sarebbe di voi se l’imperador sapesse tanto fallo quanto commetter pensate? Non sapete che amore lungamente non può star segreto e che quanto più lo vorrete celare, egli da ogni canto si farà conoscere e sentire? – Orsù, – disse Adelasia, – non se ne parli più. Qui non ha luogo paura e niente teme colui che non ha tèma di morire. Seguane di questo mio amore ciò che si voglia, chè io sono paratissima il tutto con forte e grandissimo animo sopportare. Io so molto bene che faccio male ad amar uno che mio sposo non sia; ma chi puon freno agli amanti? chi dà loro legge? Io amo Aleramo, sì, e piacemi che a questo astretta sia. Mio padre per moglie al re d’Ongaria cerca di darmi, ed io non so chi si sia, se non che mi vien detto che egli ha cinquanta anni, ed io sedeci ancora non ho veduti. E come saria possibile che io amassi questo vecchio re, avendo l’imagine di Aleramo sì saldamente fissa nel core che se non per morte uscir non ne potrà già mai? Or poi che io veggio che voi nè di consegliarmi nè aiutarmi come Aleramo possa avere sète disposta, e che di questo mio amore punto non vi cale, io per me stessa provederò ai casi miei. E quando il mio Aleramo aver non possa, chi mi vieterà che il morire non sia il mio ultimo refugio – Spaventata a così fatta voce, la pietosa Rodegonda in lacrime amaramente piangendo si risolse, e poi che alquanto ebbe lagrimato, così disse: – Dapoi che, signora mia, voi dite che senza Aleramo viver non potete, raffrenate un poco queste vostre fiere passioni e lasciate la cura a me di questo vostro amore, e non vi tormentate più, chè io vederò con qualche buon modo di parlar con Aleramo e fargli intender l’openion vostra. – A questa promessa l’innamorata giovane tutta si rallegrò,