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Chiesa, a Giulio secondo sommo pontefice e a Lodovico decimosecondo re cristianissimo, del valore e fede degli uomini giudicioso conoscitore, tanto caro e accetto, che da l’uno fu nel numero dei cardinali ascritto e da l’altro in faccende di grandissimo affare sempre onoratamente adoperato? Lascio star il terzo vostro zio che veduto ho marchese di Finario, ed Alfonso vostro padre che altresì fu di Finario marchese, Giovanni vostro fratello che fu giovine in nessuna parte agli avi e maggiori suoi inferiore. Ahi, che se morte innanzi il tempo rapito non ce l’avesse, egli averebbe dati di sè non bassi essempi! Ma ne l’impresa contra i nemici di Cristo a Tunisi mortalmente ferito, passò a meglior vita, e più gloria da le sue piaghe sparse che sangue. Ci ha poi lasciato di sè e de la sua carissima moglie, la signora Ginevra Bentivoglia, molti figliuoli, i quali, ottimamente allevati, in breve ne rappresenteranno il valor paterno ed antico. Grandissima adunque deve esser, monsignor mio, la contentezza vostra trovandovi da così generosa, nobile e onorata famiglia procreato. Ma molto maggior contento penso io, e così giovami di credere che sia il vostro, conoscendovi esser tale, qual a la grandezza dei vostri passati si conviene. E se io ad altri di voi scrivessi che a voi di voi stesso, so io bene ciò che veritevolmente de le vostre chiare vertù e rare doti dir potrei e quali panegirici comporre, se in me fosse il dire e l’eloquenza al valor vostro eguale. Ma io non voglio esser tenuto adulatore lodandovi in faccia, essendo io sempre stato da simil vizio lontano. Venga pur il tempo che io possa veder le vostre sacre chiome coperte di vermiglio cappello, e alora mi sforzerò in lode vostra asciugar tutto il fonte d’Elicona. Degnarete adunque per ora questo picciol dono da me accettare, dandovi tanto quanto dar vi posso; e se il dono vi parrà di poco valore, non guardate a la grandezza e merito vostro, ma rivolgete il pensiero a la mia bassezza e deboli forze, e pensate che i poveri uomini, che innanzi a Dio oro ed argento offerir non ponno, si sforzano almeno adornar i sacri altari di frondi e fiori; i quali io imitando, questi pochi frutti del mio steril ingegno al vostro sacrario offerisco. Feliciti nostro signor Iddio tutti i vostri pensieri, dandovi quanto desiderate; ed a la vostra grazia, basciandovi le sacre mani, umilmente mi raccomando. State sano.