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vezzi, giocando e scherzando a la mutola, di modo che mai non permesse che potesse troppo ragionare. Ora avendo corso qualche posta e rimesso il diavolo più volte ne l’inferno, ancor che estremamente gli dolesse il dipartirsi, pure pensando a’ casi fortunevoli che potevano occorrere, e per il piacer amoroso da la donna preso essendosi in parte pasciuto il concupiscibil appetito, sazio non già ma lasso e stracco, si levò con infinito dispiacere da canto de la donna e ritornò a la sua camera, ove entrato e da varii pensieri assalito e dubitando di ciò che avvenne, deliberò in quell’ora partirsi. E così non dando indugio a la deliberazione, andò e fecesi aprir dal castellano la porta del castello, fingendo che il signore lo mandava in affari di grandissima importanza, con commessione che non voleva che uomo sapesse la sua partita. Credettegli il castellano di leggero e gli aprì la porta. Come messer lo frate fu fuora del castello, non tenne mai nè via nè sentiero, ma postosi, come si suol dire, le gambe in spalla, andò tutto il resto de la notte per traversi ove non era strada nè orma d’alcun passo umano e meno di cavalli. E questo faceva chè teneva per fermo d’esser seguitato come la cosa in castello fosse scoperta, chè ben pensava, quando il marito andasse a trovar la moglie, che si verria in cognizione de l’inganno. Venuta poi la mezza notte, non stette guari il barone che andò a la camera de la moglie, e trovata la porta chiusa, che dopo il partir del frate la donna aveva fatta col chiavistello fermare, egli a quella picchiò. La cameriera, che era stata buona pezza vigilante, s’era già corcata senza pensiero alcuno, altro non attendendo, e di modo riposava sepolta nel sonno che ancora che monsignor picchiasse e la donna la garrisse appellandola, ella non si destava. A la fine pure destata, andò a l’uscio mezzo sonnacchiosa e disse: – Chi è là? chi picchia? – Rispose il barone: – Chi picchia, eh? apri, apri, sciocca! non mi conosci? – Conobbe ella a la voce il padrone e disse a la madonna: – Madonna, e’ mi par monsignore che picchi. Volete ch’io gli apri? – Apri, – rispose la donna. –. Domine aiutaci, che sarà questo? – Aperse la giovine e il marito, entrato, disse: – Io so che dormivate e che m’avete fatto bussare: e perchè non avete lasciata la porta aperta? – E con questo se n’andò a letto. È commune sentenza di molti che le donne sogliono dar più sagge risposte a l’improviso che a pensarvi' 'suso. Io non ardirei farmi in ciò giudice, perciò che non vorrei dir cosa che a persona recasse noia, ma crederei bene che tutte le cose fatte pensatamente e maturamente, o siano da uomini o da femine