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dai lor parrocchiani. Vi sono poi de l’altre assai che passati gli otto o dieci giorni che hanno parturito, e nei quali prendeno un poco di riposo e ristorano con la quiete e delicati cibi le doglie e fastidii del parto, vanno in ogni luogo e si mettono a letto con i mariti. E l’una e l’altra consuetudine non si riprende nè è dannata. Conviene adunque senza contesa che voi, madama, in questo caso siate ubidiente a monsignor vostro marito, perciò che altrimenti facendo e negandogli il debito del matrimonio, ove non è periglio de la sanità corporale, voi peccareste gravemente. – Era messer lo frate in quel castello appo tutti tenuto in buona stima così di dottrina come di buona vita, ed eragli, ogni volta che diceva cosa alcuna appartenente a la salute de l’anima, data intiera credenza senza contradizione alcuna. Ed era in questo il nostro frate come oggi si trovan molti, che ancor che vivano male e commettano molti peccati, tuttavia se sono ricercati per conseglio di quello che si debbia dire o fare, ne rispondono la verità. E se talora vien detto loro da chi conosce che vita fanno: – E come, padre, voi fate la tale e la tal cosa? – eglino s’armano del detto del nostro Redentore, che disse ai giudei e ai suoi discepoli che non devevano imitar l’opere dei farisei, ma far ciò che dicevano si devesse operare. Disse dunque il frate la verità di quanto era richiesto, a la cui determinazione rimase la donna contenta. E così a la presenza del padre spirituale restarono d’accordio che la seguente notte, a la metà di quella, monsignore anderebbe a la camera de la moglie e starebbe seco quel più e meno di tempo che più gli aggradiria. In questo si rivolse monsignor a una cameriera de la moglie e le disse: – Damigella, e’ vi conviene questa notte esser vigilante, a ciò che a la mezza notte io trovi l’uscio de la camera aperto e non mi convenga aspettare. Ma sarà forse meglio che voi lo lasciate aperto. – La cameriera rispose che sarebbe presta a quanto l’era comandato. E di questo ragionamento in altro travarcando, si diportarono buona pezza con varii e piacevoli ragionari. Il diavolo che, come si dice, dove non può metter il capo ficca la coda, pose in testa a l’innamorato frate un strano ghiribizzo o capriccio, come lo vogliamo chiamare. Egli, udita la conchiusione del marito con la moglie, non poteva ad altro rivolger il pensiero che a trovar il modo che potesse esser con la donna, e sapendo che di volontà di lei a godimento alcuno non ne verrebbe già mai, deliberò con inganno ed audacia infinita quello ottenere che per altra via conosceva impossibile a conseguire. Pensati adunque e lungamente discorsi tutti i pericoli che gli potevano accadere, deliberò,