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punto la maestà divina. Così fossero elle oggidì tutte le donne, chè il secolo nostro sarebbe più onesto e lodato di quello che è. Ma io non voglio a la presenza sua lodarla, chè conosco ch’io le farei dispiacer grandissimo, e di già veggio che comincia ad arrossire. Ben mi giova credere, e so che non m’inganno, che subito che conoscerà ciò che voi volete fare non esser peccato, vi compiacerà molto volentieri. – E rivolto a la donna le disse: – Non sète voi, madama, sempre pronta ad ubidire a monsignore in quello che sète debitrice di fare? – La donna disse di sì. – Or sia con Dio, – rispose il frate. – Devete adunque sapere, signori miei, che nostro signor Iddio nel Levitico, libro del Testamento vecchio, ordinò ai giudei alcune cerimonie nel partorir de le donne, perciò che se partorivano un fanciullo tenevano un modo, se nasceva una figliuola si faceva ad un altro. Ordinò adunque, per parlar solamente del nascer del' 'maschio, che ogni volta che la donna partoriva prole maschile, che stesse sette giorni ne la sua immondizia e poi fin al numero dei quaranta dì a purificarsi, e in questo tempo non era lecito a l’uomo mischiarsi seco. Passato questo numero di giorni, offeriva un agnello al tempio in mano dei sacerdoti, e s’era povera donava due tortorelle o dui piccioni. Queste cerimonie legali per la morte del nostro redentore Giesu Cristo furono sciolte e introdutta la nuova legge evangelica, di modo che non dura più quell’obbligo a le donne cristiane nè di star il detto numero di giorni a purgarsi nè di far l’oblazion de l’agnello o di quelli augelli. Come anco si sono levati i sacrificii ed olocausti dei vitelli, capri e d’altri animali, ne la cui vece ora s’offerisce quell’immaculato e prezioso agnello del vero corpo e sangue de l’universal redentore e salvatore messer Giesu Cristo. Ma per quanto or tocca al proposito nostro, dicono i sacri dottori unitamente che la donna per divozion sua vol star dopo il parto, o partorisca femina o maschio, qualche dì che non vada a la chiesa, ed in questo tempo astenersi dagli abbracciamenti maritali. Per questo non deve essere vituperata e che non pecca, come anco non si può biasimare nè pecca se in questo tempo si congiunge col marito, e massimamente ogni volta che il marito la ricerchi, essendo il debito ad ambidui che si rendino il convenevol atto del matrimonio quantunque volte se lo domandano, come santamente hanno determinato i sacri canoni de la catolica Chiesa. Onde oggidì in molti luoghi è ancora tal consuetudine che le donne dopo il parto non vanno a la chiesa nè anco odono messa in casa fin che non passano i quaranta giorni, e alora vanno a farsi benedir