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ci fosse, evvi che io la mia fede a nobilissima e non meno di te bella donna ho data, la quale a par e più degli occhi suoi mi ama, ed io lei come il cor del corpo mio amo, riverisco ed onoro, e viviamo tutti dui sempre d’un medesimo volere essendo. Sì che per l’avvenire mi terrai come se tuo fratello fussi. – Qui si tacque il marchese, e veggendo che la donna s’apparecchiava con nuovi preghi più focosi de’ primi a ripregarlo, per troncar questa pratica disse: – Signora Lionora, a te mi raccomando. Sta con Dio. – E con questo si partì e lasciò la donna tanto confusa e di mala voglia, che ella restò buona pezza stordita e non sapeva ove si fosse. In sè poi ritornata e tutta afflitta, a casa se n’andò, ove pensando a la risposta del marchese e veggendo che egli non era disposto a far cosa che ella volesse, venne in tanta malinconia che di sdegno e di cordoglio infermò. Sapete esser commune openione che a le donne non può avvenir cosa che loro apporti maggior tormento nè più le trafigga, quanto è che si veggino disprezzare. Pensate mò come si deveva trovar costei, che era da tutti tenuta la più altiera, superba e sdegnosa donna che in Napoli si trovasse. Messasi adunque nel letto, non faceva tutto il dì altro che sospirar e piangere. Da un canto talor pareva a lei che ella meritasse molto peggio di quello che aveva, pensando a la durezza e rigidità che contra il cavaliero aveva per lo passato usata, e il tutto le pareva dever pazientemente sofferire. Ma come ella si ricordava averlo sì umilmente pregato ed essersi poi di bocca propria a lui scoperta, smaniava e non voleva più vivere. Da l’altra banda, ingannando se stessa, diceva fra sè: – Perchè mi voglio io disperar così fieramente per una semplice repulsa? Egli molti anni m’ha seguitata, e perchè io non l’abbia voluto udire nè ricever sue lettere nè ambasciate ed ogni dì me gli sia mostrata più ritrosa, per questo egli non s’è sbigottito, non s’è ritirato da l’impresa, non è voluto morire, anzi più perseverante sempre s’è dimostrato. Che so io ch’egli, se un’altra volta gli parlo, se gli dico meglio la mia ragione, non si pieghi e non divenga mio? La fortuna aiuta gli audaci e discaccia i timidi. Chi fugge non ha animo di vincere. Bisogna adunque che io un’altra volta tenti quello che saperò fare e gli porga le preghiere più calde che non ho fatto. Io non deveva mai proporli di parlargli in chiesa. Deveva far ogni cosa per farlo venir qui in casa mia, chè se fossimo stati in una camera ed io gli avessi gettate le braccia al collo, non credo già che si fosse dimostrato così ritroso. Egli non è già fatto di marmo o di ferro, egli è pure di carne e d’ossa