Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/375

egli, compiacendole, di lei prendesse amoroso piacere e con buona risposta e ordine d’esser insieme la mandasse consolata. Ma più in lui puotè la ragione che il senso. Onde, poi che vide che impedita dal piangere nulla più diceva, in questo modo le rese la risposta: – Non poco, signora Lionora, del tuo venir a parlar meco meravigliato mi sono, e quanto più sovra ci penso più me ne maraviglio, e a pena, quantunque qui ti veggia, il credo, avendo risguardo al contegno che tanti anni rigidamente meco usasti. Quello che io per il passato feci, essendo fieramente di te innamorato, non accade che mi sia ricordato, perciò che di continovo come in un lucidissimo specchio lo veggio molto chiaro, e meco stesso di me mi vergogno. E se io alora per te arsi ed alsi e se sovente fui vicino a la morte, sanlo questi dui occhi miei che in quel tempo avevano preso qualità di due fontane. Me ne può anco esser testimonio tutta la città di Napoli, che le mie ardentissime voglie e le gelate paure tante volte vide. Il premio al mio servir sì lungo, sì penace, sì costante e sì fedele, come tu con verità hai detto, fu niente. Nè io questo attribuii ad ingratitudine che in te fosse, non a durezza o crudeltà, anzi portai sempre ferma openione che a’ colpi d’amore ti dimostrassi rubella per conservar senza macchia il pregio de la tua invitta onestà. Il che, poi che io chiaramente m’avvidi affaticarmi invano, ho io sommamente commendato, e dove di te s’è parlato, accusando molti la tua durezza, io sempre con vere lodi t’ho celebrata come una de le' 'più caste e pudiche donne del mondo. Che novamente mò, per le lodi che il signor tuo marito di me predica, tu ti sia piegata ad amarmi, ed in quel laberinto entrata ove io prima chiuso acerba ed amarissima vita viveva, tanto più mi par strano quanto che a la tua passata vita volgo la mente. Ma se m’ami come ricerca la nuova amicizia che io col signor tuo consorte ho contratta, questo m’è caro e te ne ringrazio, e t’essorto in questo a perseverare, perciò che amando lui, come amo, da onorato fratello, amerò te da vera sorella, e sempre in tutte quelle cose che l’amicizia nostra ricerca mi troverai a’ servigi tuoi prontissimo. Ora se altro pensiero in petto hai e desideri che io ritorni al giogo antico, e che sarai eternamente mia e farai quanto io vorrò, depuon questo sensuale e disordinato appetito e persevera nel tuo casto proponimento, come fin qui mi persuado che sia stata tutta la tua vita. Che cessi Iddio che mai io pensi fare ingiuria al signor tuo marito, amandomi egli, come da te mi vien detto, da fratello. Poi quando altro rispetto unqua non