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scritta e adesso volendola por nel numero de l’altre mie novelle, ho pensato non ci esser persona a cui meglio donar la potessi che a voi. Al vostro adunque onorato nome quella intitolo e consacro, rendendomi certo che vi debbia esser cara, come sempre aver care le cose mie avete dimostrato, ben che del mio nulla ci sia, essendo io semplice recitatore di quanto il gentile, dotto e facondo Castiglione disse. Spero ben tosto darvi del mio: il libro de le mie stanze, tutto composto in vostra lode, ove vederete come io mi sforzo a farvi immortale. Ma se al mio volere mancano le forze, averò almeno fatta al mondo nota la volontà che ho, che le vostre divine doti siano celebrate. State sana.
Luzio Tarquinio, eccellentissima madama, poi che volete ch’io corra questo arringo, quello, dico, che per i suoi cattivi costumi fu da’ romani cognominato «superbo», fu re di Roma, ultimo dei sette che dopo Romolo regnarono. Ebbe costui tre figliuoli maschi, Tito, Aronte e Sesto Tarquinii, il quale essendo desideroso, come ordinariamente sono tutti i prencipi, di aggrandir lo stato, bandì la guerra a dosso agli ardeatini e pose il campo a torno ad Ardea, e tra gli altri figliuoli suoi ci era anco Sesto Tarquinio. Durando questo assedio, Collatino marito de la tanto lodata Lucrezia romana ebbe un giorno seco a desinare, tra gli altri signori e gentiluomini, tutti tre i figliuoli del re. Quivi, come si suole, di varie cose ragionando, cominciò ciascuno di loro la sua moglie a lodare, quelle lodi dandole che a compita madrona convengono, volendo ciascuno che la sua fosse la più bella, la più gentile, la più costumata e quella che più onoratamente la casa e le cose famigliari governasse. E non volendo l’uno a l’altro cedere e moltiplicando sovra questa questione in parole, con voglia ciascuno di vincere, mentre che tutti erano nel dire riscaldati, Collatino marito di Lucrezia, accennando che tacessero, così disse: – Il questionare, signori miei, con parole potrebbe di leggero tanto distendersi, travaricando d’uno in altro ragionamento, che mai a fine non se ne verrebbe. Voi direste, questi diria, io direi, e a la fine non montarebbe nulla. Ma poi che voi v’ostinate e volete sostenere che le mogli