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santa domenica e de l’altre feste fosse troppo sconcio a gli uomini e donne che le possessioni lavoravano d’andar al castello a messa, il capitano in luogo conveniente e commodo fece edificar una chiesetta, con tanta abitazione quanta fosse capace per un sacerdote col suo chierico, per comodità ed anco utile del quale vi fece fare un grande orto a canto. E perchè il prete che vi aveva a dimorare, avesse il modo di viver onestamente, gli statuì, del suo, condecente salario, ed oltra questo volle che tutti i contadini de le possessioni, per comodità dei quali la chiesa era stata fatta, li dessero al tempo dei ricolti certa quantità di grano e non so che misure di vino. Del che tutti essi lavoratori rimasero ben sodisfatti e si contentarono di tutto ciò che il capitano aveva ordinato. Il quale vi pose per vicario un prete da Bergamo, con questo che fosse ubligato tutte le feste comandate e la domenica dir la messa. E per più comodità de’ lavoratori, con il mezzo del vescovo di Bergamo ottenne a Roma dal papa che quella chiesa fosse parrocchia e iuspatronato di esso capitano, a ciò che i poveri uomini avessero, senza andar troppo lontano, chi udisse le lor confessioni e gli ministrasse i santi sacramenti de la Chiesa quando fosse il bisogno. Ora avvenne che essendo morto il primo prete, il capitano vi pose un giovine di ventotto in trenta anni ch’era da Gandino, uomo di qualche dottrina, di pel rosso e tutto ardito. Era prete Giacomo, – chè così aveva nome, – secondo il paese gran parlatore, audace, pronto e che in vista mostrava esser un santificetur. Egli era stato in Bergamo in casa d’un gentiluomo, pedante o sia pedagogo dei figliuoli di quello, e là s’era alquanto incivilito e apparate di cose assai. Il perchè desiderando d’acquistar la benevoglienza dei suoi popolani, cominciò tutte le domeniche nel mezzo de la messa a far loro brevemente un sermone, comandargli le feste, essortargli a viver catolicamente, non dar molestia l’uno a l’altro, non rubar i pali de le vigne, non far pascer le bestie negli altrui campi e simili altre cosette, e talora esponendo loro il Vangelo. Di modo che appo quei contadini crebbe in grandissima riputazione, e lo credevano un gran maestro in sacra teologia, e non v’era persona che non lo tenesse per un prete di quei santi del tempo antico. Come egli si vide esser in credito appo i suoi parrochiani e che gli parve aver la grazia loro, cominciò a pensar di procacciarsi qualche donna con la quale talora egli potesse cacciar il diavolo ne l’inferno, che stranamente lo molestava. Così su questi pensieri, dando de l’occhio a dosso ad una giovane chiamata Bertolina, brunotta e grassa,