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degli uomini di varie nazioni circa il bere, e tra loro erano molto differenti. Ed avendo di questa materia assai questionato, Lodovico da Sanseverino capo di quella guardia, giovine discreto e prode de la persona, raccontò una piacevol novelletta a quel proposito; la quale, essendomi piaciuta, scrissi e a voi la mando e dono, veggendo quanto sempre mostrate le cose mie esservi care. State sano.
Noi ci becchiamo il cervello, compagni miei cari, se pensiamo determinatamente dire che questa nazione beva più d’un’altra, perciò che d’ogni nazione ho io veduto bevitori grandissimi, e trovato tedeschi e francesi assai che più amano l’acqua che il vino. È ben vero che pare che siano alcune nazioni che amano più il vino una che l’altra; ma in effetto tutti beviamo molto volentieri. So io bene che ho conosciuti italiani sì avidi e gran bevitori che non cederebbeno a qual si sia tra gli albanesi o tedeschi famoso ingozzator di vino. E che direste voi se io vi nominassi un lombardo, il quale ho veduto far brindisi con tedeschi a una tavola d’un cardinal tedesco e vincergli tutti, ed anco riportar la palma baccanale tra gli albanesi? Il franzese beve spesso e vuole buoni e preziosi vini ma bene innacquati, e beve poco per volta. L’albanese ed il tedesco vogliano pieno il bicchiero e da la matina a la sera e tutta notte aver il vino a la bocca. Lo spagnuolo che a casa sua beve acqua, se beve a l’altrui spese, per Dio, terrà il bacile a la barba a chi si sia. Per l’ordinario poi credo io che i tedeschi, signori e privati d’ogni sorte, si dilettino più di giocar a bere che altra nazione, e publicamente a tavole signorili s’inebriano di modo che ad un ad uno bisogna portargli a casa ebri e fuor di sè; nè questo tra loro è reputato vergogna. Ora sovvenendomi un bel detto d’un tedesco a questo proposito, vi narrerò una piacevol novelletta. Poi che Francesco Sforza, di questo nome primo duca di Milano, per mantener la pace in Italia fece la famosa lega de la unione di tutti i potenti italiani, al tempo di Pio secondo pontefice massimo, maritò Ippolita sua figliuola con Alfonso di Ragona primogenito del re di Napoli Ferdinando il vecchio. Fu condotta onoratissimamente la nuova sposa a Napoli, ove le nozze si fecero