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querelare. Il perchè non ardiva far motto. La scaltrita Domicilla che del tutto s’avvide, per meglio soggiogar il marito, alora alora cacciò di casa Petrone e Nardella. Rimasa poi sola col marito gli disse: – Cocco, io veggio che a me non è valuto spogliarmi di donne e restar con una fante, perciò che anco quella hai voluto cavalcare, come se io non fossi buona. Nè ti è bastato, chè hai messo meco un famiglio. Ma lodato Dio che tu hai conosciuto che me non ha egli toccata. Da te perciò non è mancato di farmi una puttana. Chè a la croce di Dio, se egli tócca mi avesse, io non mi sarei mai più lasciata veder al mondo. Il perchè io ti dico ed affermo: o io me n’anderò a la casa dei miei fratelli o io in casa tua viverò a modo mio. Prima tu piglierai quei servidori che vorrai da garzoni in fuori, ed io quelle donne che vorrò; chè a la croce di Dio, io non vo’ più star sì poveramente. Poi ti scieglierai una camera per te ed io un’altra per me, ove ognora tu solo a tua posta potrai venire. Ed ogni volta che a me verrai, io ti vorrò conoscere, perchè non voglio più famigli a lato. E perchè io troppo bene conosco la tua natura, e che prima morrai che lasci le puttane e i garzoni, va pure e vivi a tuo modo, chè mai più non te ne dirò parola, perciò che tutto sarebbe indarno. Io me ne viverò da par mia e farò pensiero non aver marito se non per calende, se pur talora mi verrai a trovare. Anderò con le nostre vicine e miei parenti a le chiese e a le feste quando se ne faranno, e mi darò onestamente il meglior tempo che per me si potrà. – Cocco, udite le ragioni de la moglie e gli statuti publicati per la quiete di tutte due le parti, veggendo che ella altro romor non faceva, si tenne per ben avventuroso e parveli che da morte a vita fosse suscitato. Rispose adunque a la moglie che ella ordinasse e facesse tutto quello che più le era a grado, imperò che il tutto sarebbe ottimamente fatto, e che se ella voleva, che egli per publica scrittura al tutto si obligarebbe. Domicilla tutta allegra disse che non voleva che i fatti loro andassero in bocca al volgo, parendole pur troppo d’aver tirato Cocco come un bufalo a quello che ella voleva. Pensando poi tra sè d’aver deliberato volersi a Petrone sottoporre, ne sentiva un meraviglioso dispiacere e da per sè ne arrossiva. Ma non volendo perciò star ai pasti dì così scarso marito, dopo non molto s’innamorò d’un gentilissimo giovine, al quale essendo anch’ella piacciuta, di leggero insieme s’accordarono. Ella aveva già preso in casa de le massare e donzelle, e Cocco altresì s’era provvisto di servidori, dei quali Domicilla uno ne elesse per conservatore dei suoi segreti, e a lui