Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/32

un fiero viso al marito rivolta gli disse: – E tu perchè a questo mascalzone da catena hai donato tanti danari? Che vuoi che li porti a qualche puttana o a le tue bagascie? – Or volendo Cocco far la sua scusazione e dire che tanti danari non erano quelli che egli dati gli aveva, cominciò a narrar una assai lunga e mal composta favola che non aveva nè capo nè coda. Ma Petrone vi s’interpose, ed interponendolo per discolpar se stesso, incolpò il padrone e narrò il fatto appunto come era. Domicilla udendo questa istoria entrò in tanta còlera che pareva che gettasse per gli occhi fuoco. E avventatasi a dosso al marito fu per cavargli con le dita gli occhi; pur si ritenne e gli disse: – Vedi, Cocco, io mai a’ miei fratelli non ho detto parola de la tua disonestissima vita che meni e del pessimo trattamento che tu mi fai, anzi sempre di te lodata mi sono. Ma questo villano atto che usato m’hai di pormi un famiglio a lato e mettermi al grandissimo periglio che posta m’hai, io non solamente a’ miei fratelli e parenti ma a tutti i folignati farò intendere, e narrerò loro tutte le tue vertù cardinalesche che hai. – E quivi gli disse Domicilla tanta e sì aspra villania quanta mai si potesse ad uno sciagurato dire. Egli se ne stava mutolo e tremante come fa il fanciullo sotto la verga del pedante. Ella poi che con opprobrii e minacce si fu alquanto sfogata, rivolta a Nardella le comandò che anco ella il suo armario aprisse, dicendole: – Io penso bene che tu altresì averai menate basse le mani per i miei coffani. Apri, apri, chè io mi vo’ chiarire. – Madonna, – rispose la fante, – io lo aprirò molto volentieri, perchè cosa del vostro non vi rubai in vita già mai. – E questo dicendo l’aperse. Domicilla alora come in quello di Petrone fatto aveva così fece in quello di Nardella, e gettato ogni cosa sossopra, in una pezza di tela trovò quei danari che ella messi v’aveva. E disfatto il gruppo e visto quella quantità di danari, saltò con i calci e pugna a dosso a Nardella scarmignandola molto stranamente e dandole de le busse dal miglior senno che avesse. – Ahi ribaldella, – diceva Domicilia, – è questa la fede che io aveva in te? A questo modo mi tratti? Oimè, poverella me, in chi sono io maritata e che fidati servidori ho io per casa! – Nardella, sì per l’error commesso la notte come anco per le percosse, era balorda nè sapeva che dire. Cocco veduti i danari ai servidori trovati, pensò che Nardella gli avesse rubati per dargli, come fece, a lui, e medesimamente si persuase che Petrone l’avesse goduta, e che di quello intendesse quando disse: – To’ in dispregio di quel becco gaglioffo! – credendo con lei essersi giaciuto. E per questo teneva la moglie esser senza colpa e potersi di lui giustamente