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ciurma e di valentuomini per menar le mani al bisogno, insieme con Meguolo se ne montarono in galera, e tutti avuti buon soldo, là circa mezzo aprile diedero di remi in acqua e s’inviarono a la volta del mar di Trebisonda, e senza impedimento veruno or a vela or a remi pervennero nei mari de l’imperio di Trebisonda. Quivi giunti, cominciarono a costeggiar quei liti depredando ed abbrusciando il paese con grandissimi danni de la contrada. Meguolo poi a quanti uomini sudditi de l’imperadore poteva aver ne le mani, senza pietà alcuna faceva tagliar il naso e l’orecchie ed in un vaso a ciò apprestato gli faceva salare. A le donne non volle mai che facesse ingiuria alcuna nessuno dei suoi e massimamente ne l’onore. Andò la nuova a l’imperadore come alcuni corsari saccheggiavano non solamente i liti, ma anco fra terra facevano danno assai, onde fece armar alcuni legni per conservazione del paese. Ma il tutto era indarno, perciò che le galere erano tanto agili e tanto era il valor dei genovesi che mai non potero quei di Trebisonda guadagnar cosa alcuna, anzi erano dai compagni di Meguolo fieramente oltraggiati, di modo che perdettero molti legni senza mai dannificar le galere. Erano tra l’altre volte quattro galere de l’imperadore in mare e si misero a dar la caccia a le due di Meguolo, il quale facendo vista di fuggire non attendeva ad altro che veder di separar l’imperiali l’una da l’altra. De le imperiali ce n’erano due megliori di vele che l’altre. Queste veggendo fuggir le galere dei nemici, le diero dietro molto animosamente. Meguolo veggendole tanto dilungate da le compagne che non potevano più esser soccorse, fatto voltar le prore de le sue, investì di modo le due nemiche galere che, senza perder uomo dei suoi, prima che potessero aver aita, assai dei nemici ancise e de le due s’insignorì. E senza dar indugio al fatto, con i sanguinolenti ferri in mano, dopo molta occisione degli avversari, con poca perdita dei suoi, prese le galere, e a tutti quei che' 'sopra gli erano fece tagliar il naso e l’orecchie e porre nel vaso con il sale. E fatti gli uomini che erano restati vivi smontar in terra, tutti senza naso e senza orecchie lasciò andar ove più piacque loro. Preso poi fuor de le galere vinte tutto quello che a lui e ai compagni fu a grado, quelle fece ne l’alto mare affondare, non volendo che l’imperadore più se ne potesse prevalere. Crebbe in tanto l’animo a Meguolo ed ai suoi compagni per i felici successi che avuto avevano, che non lasciarono parte alcuna marittima pertinente a l’imperadore che non dannificassero; e spesso anco discorrevano fra terra, brusciando e saccheggiando