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e quando fu vicino a la morte comandò ad esso Maometto che nè più nè meno avesse sempre in riverenza Calì ed a quello ubidisse come a proprio padre. Ma lo scelerato e più che barbaro tiranno, acquistato che ebbe l’imperio costantinopolitano, subito deliberò di voler incrudelir contra Calì suo tutore, il quale già vecchio non poteva lungamente vivere. Egli s’era contra lui forte sdegnato perciò che ne la guerra contra gli ungari era stato autore di rivocar Amurato a ripigliar l’imperio, e sempre il suo sdegno s’aveva serbato chiuso nel petto. Ma io dirò come mi dicevano quei turchi che mi narrarono queste sue crudeltà, cioè che questo sdegno non fusse la total cagione de la rovina di Calì, ma che le sue ricchezze fossero quelle che lo fecero morire. Egli era il più ricco uomo che fosse sotto il dominio del Turco. Maometto che era avarissimo e de la roba altrui più bramoso che l’orso del mele, non potendo aspettar che Calì morisse rotto e consumato dagli anni, gli impose che sempre era stato fautore de l’imperadore di Constantinopoli e che ad Amurato aveva dissuaso che non facesse l’impresa contra esso imperadore, da quello con gran somma di danari corrotto. Impostagli questa calunnia, fece pigliar il povero vecchio e prima con varii e crudelissimi tormenti, standoli di continovo presente, lo fece miseramente lacerare, ed in ultimo, essendo Calì quasi morto, gli fece dal petto strappar il core e ne la via publica gettar il corpo; e non volle che fosse sepellito, ma tirato come una morta bestia fuor de la città e lasciato per èsca a le fiere. Poi in un subito privato i figliuoli di Calì de l’eredità paterna e di quella insignoritosi, cacciò da la corte e da’ suoi servigi tutti i parenti di Calì. Era in corte un giovine il quale aveva nome Maometto, molto dal tiranno amato sì perchè era con lui allevato ed altresì perchè era giovine industrioso e pratico de la milizia turchesca. Fu figliuolo costui di padre e madre cristiani. Il padre era triballo, che oggi sono bulgari, e la madre costantinopolitana. Costui era sovra modo insolente e superbo. Fu adunque dal tiranno in luogo di Calì sustituto, e non solamente ebbe la cura degli esserciti occidentali che si fanno tutti de le genti d’Europa, ma aveva il carico di tutti gli affari di grandissima importanza, e dove era maggior periglio e più difficultà, sempre era intromesso. Egli, simile al tiranno, era simulatore e dissimulator eccellente, avveduto sovra modo, astuto, pronto di mano e provido di conseglio, ed in molte imprese aveva tal saggio dato di sè che appo tutti si trovava in estimazion grandissima, di