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novella XIII.

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Stette sempre Maometto presente e tacito a sì fiero spettacolo. Fatto poi pigliar il corpo di Tursino, quello insieme con Amurato suo padre con funebre e regia pompa fece sepellire, facendolo portar alla sepoltura in braccio al padre. Aveva Amurato un’altra moglie, figliuola di Sponderbeo, nobile e ricco signore: da questa ebbe un figliuolo nomato Calapino, che era di sei mesi quando Amurato morì, e prima che morisse, molto a Calì bascià lo raccomandò. Calì, convenutosi con la madre, ebbe modo d’aver un figliuolino della medesima età del vero Calapino, e prima mandato Calapino a Costantinopoli, offerse a Maometto il suppositizio e finto Calapino. Maometto, creduto che fosse il fratello, subito lo fece strangolare e poi onoratamente sepellire. Il vero Calapino al tempo dell’assedio di Costantinopoli fu celatamente condotto a Vinegia, e poi ad instanzia di Calisto sommo pontefice menato a Roma e tenuto molto tempo in palazzo. Alla fine convertito a la fede nostra, si battezzò e gli fu posto nome Calisto Ottomanno. Morto papa Calisto, egli si ridusse nella Magna sotto l’ombra di Federico III imperadore, dal quale fu graziosamente ricevuto e di buone rendite provisto, e sempre dimorò in Austria a Vienna. Fu uomo molto quieto, e nelle lettere greche assai ammaestrato e nelle latine. Ed essendo già vecchio, prese per moglie una bellissima e nobilissima giovane di Ohenfel; ma devendo' 'far le nozze, infermò e morì e fu sepolto in Vienna. La giovine, non si volendo più maritare, entrò in un monastero, e si fece monaca. Ma tornando a le crudeltà di Maometto, non contento il perfido tiranno de le morti dei fratelli e d’un suo compagno nodrito seco fin da la fanciullezza, avendo fermato il piede ne l’imperio, cominciò ad incrudelire contra molti suoi cortegiani e baroni. È notissima e da molti eccellenti scrittori divolgata la crudeltà che egli usò nella presa di Costantinopoli e di molti altri luoghi da lui espugnati; ma non è meraviglia se fu crudele e sanguinario contra i nemici su la guerra, se anco contra i suoi e che da lui meritavano essere guiderdonati, senza cagione alcuna fu crudelissimo. Aveva, come già s’è detto, Amurato fin da la fanciullezza dato Calì bascià per governatore a Maometto; il qual Calì era di nazion turca, uomo di grandissima esperienza ed i cui progenitori per molti secoli sempre erano ai tiranni ottomanni stati accetti e fedelissimi ed appo la nazione turchesca in grandissimo prezzo. Per questo avendolo Amurato conosciuto per lunga esperienza uomo da bene e grandemente affezionato al sangue ottomanno, l’aveva dato al figliuolo per



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