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innocente. Ora d’uno in altro pensiero travarcando e non s’appigliando a cosa che le sembrasse di profitto, non sapeva che farsi. Ma che? egli sarà ben scaltrito colui e, come si costuma dire, levatosi ben per tempo, il quale la moglie volendo non schernisse. Se tu fossi più savio del gran Solomone, più santo di Davide, più forte de l’invincibil Sansone, non ti saperai guardar dagli inganni de le donne, quando te la voglion fare. Fa pure che si deliberino di fartela e tienla per fatta. Ladroni, traditori, simulatori e puttane di rado si lasciano accogliere, e prendeli quanto tu sai a l’improvviso, che di continovo non abbiano un carniero a cintola pieno di così apparenti scusazioni e di tante ipocrisie e simulate parole, che è forza a creder loro tutto quello che dicono. Pensate mò come farà il nostro Cocco, che non era perciò uno dei più avveduti e scaltriti uomini del mondo, anzi teneva alquanto del tondo, che lo copriva da capo a piedi. E se fosse stato milanese averebbe avuto un livello perpetuo dentro la badia di San Simpliciano. Ora dopo molti e varii pensieri fatti e più volte replicati, pareva pure a madonna Domicilla che al tutto averebbe trovato qualche compenso e postovi conveniente rimedio, se ella quei danari dati al marito non avesse, nè dettogli quelle parole che dette gli aveva. A queste due cose ella non sapeva in che modo rimediare, sì le parevano sconcie e guaste. Ella giudicava che fosse stato un errore irreparabile, e parevale pur un taglio ne la veste che con grandissima difficultà si poteva conciare ed aggiunger pelo a pelo, di modo che sempre il taglio non si vedesse. A la fine le venne in mente una malizia con la quale portava ferma openione a ogni cosa dar assetto. Erano dui armarii ne la saletta de la quale abbiamo fatta più volte menzione, dei quali Petrone aveva la chiave d’uno per tener le sue cosette serrate, e de l’altro era la chiave ne le mani de la Nardella, ove anch’ella riponeva i suoi drappi ed altri bisogni suoi. Sovvenne a Domicilla di questi dui armarii ed anco le venne in mente che ella in un suo forziero che ne la sala grande era, aveva quasi tutte le chiavi doppie di tutti gli usci, casse ed altri luoghi di casa. Onde avendo ritrovata la medicina salutifera ai casi suoi, nè volendo più indugiare perchè era l’ora molto vicina a l’aurora, chetamente da lato al marito si levò ed in cucina andata, con il solferino accese il lume, e poi aperto il coffano e le chiavi ritrovate che ricercava, avendo di già presa buona quantità di danari in oro ed in moneta, aperse l’armario di Nardella, e messa la metà dei danari in una pezza di lino, la ripose in un canto de l’armario e poi lo chiavò. Il simile