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per suoi affari, il che dava comodità agli adulteri di far i fatti loro. Un dì montò a cavallo esso bresciano con un suo fratello, e l’ora era molto tarda. La moglie gli chiese ove andava, a la quale egli disse: – Moglie, a me conviene esser domatina a Milano; per questo cavalcaremo tutta notte. – Or sia con Dio, – disse ella. Venne voglia a la donna di giacersi quella notte col prete, perchè era gagliardo lavoratore, e l’invitò a cena ed al letto, e per meglio cenare ella ordinò una buona torta. Aveva quella matina dato da desinare il bresciano a certi soldati suoi conoscenti che erano quindi passati, e per mostrarsi ben onorevole aveva messo su la tavola un gran tapeto dei signori di casa e fatto da desinare molto bene, onde era avanzata roba assai. Come fu sera ella diede a buon’ora cena al lavoratore e figliuoli, e sbrattatasi da tutti attese il prete che a l’ora debita venne, e per meglio porsi in appetito, si dispose correr con la donna due o tre miglia e scaricar lo stomaco innanzi cena. Ma a pena aveva egli corso un buon miglio che il milanese arrivò a la porta e forte picchiando disse chi era. Ella alora fatto entrar il prete ne la cantina del vino, lo fece appiattar dietro una botte, e andando ad aprir al milanese gli disse che fosse il ben venuto. – E voi la ben trovata, anima mia, – rispose egli –. Serrato poi l’uscio cominciò suso una panca con lei il milanese a trastullarsi, ed avendo il corso suo compìto, eccoti che il lodigiano diede di piedi ne l’uscio, che era venuto per parlar al marito de la donna. Il milanese che non voleva dal lodigiano esser visto, disse: – Oimè, come faremo? – Noi la faremo bene, – disse la donna, e lo fece nasconder dentro il luoco del necessario che in camera rispondeva. Poi aprì al lodigiano, il quale subito domandò che era del marito. – A Milano se n’è egli ito, – soggiunse la donna. – Adunque sète voi sola? – rispose egli. – E come sono io sola, – diss’ella, – se voi sète meco? – Poi che vostro marito non ci è – disse il lodigiano, – io starò una pezza a diportarmi con voi e non perderò in tutto i passi, chè forse non averò bella comodità un’altra volta fin a molti dì come ora m’è data. – Ed entrato in ballo, con lei fece una danza. La qual fornita, sentirono cavalli nel cortile. Ed ecco il bresciano che indietro era tornato, il quale cominciò a chiamar la moglie. La donna sentito il marito, disse: – Oimè, io son morta. Ecco il mio marito, che Dio lo faccia tristo, che è tornato, e non so come nè so ciò che si voglia dire. – Ma pur volendo celar il lodigiano e non avendo accorgimento di mandarlo o di farlo nasconder altrove, lo fece ricoverare sotto il tapeto de la tavola, che tanto largo era che d’ogni banda