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ed essendo stato tanto a vederlo, l’avete fatto maschio. Egli è ben fatto che questi gentiluomini vi diano da cena, perchè noi non ceneremo di qui a buona pezza. – O figliuol mio, – rispose egli, – io veggio bene che i poveri vecchi sono malveduti dai giovini. Io ho avuta tanta voglia di veder il mio parente, ed ora tu vuoi che me ne vada? A le guagnele di san Zaccaria, tanto che egli starà qui, io lo vo’ godere. Cenate pure tanto tardi quanto volete, chè io aspetterò, perchè non sono tre ore che il mio oste quando smontai mi fece mangiar quattro fegatelli di cappone e ber duo bicchieri di vernaccia. – Io me ne crepava de le risa, e per non guastar la coda al pavone mi ritirai verso la credenza, fingendo veder ciò che si faceva. Mio fratello senza punto cangiarsi di viso, rivolto al vecchio disse: – Magnifico, lasciate dir chi vuole, chè voi sète in casa vostra. – Il Bembo gli teneva pur detto: – Voi, messer Gian Battista, pensate farmi piacere e mi fate il maggior dispetto del mondo. Lasciatelo andar per l’amor di Dio, chè io mi muoio di vergogna. – Alora il Fracastore mosso a compassione del fastidio del Bembo, al vecchio disse: – Magnifico, il signor Navagero vi dà un buon conseglio: voi sète attempato anzi che no e il tempo è freddo. Io che medico sono, v’essorto a cenar a buon’ora ed andarvi a posare. – Domine magister, – rispose il vecchio, – pigliate questo conseglio per voi, chè io non lo voglio. Ma saperei ben volentieri chi è questo Navagero, ancor che essendo col mio Zenso deve esser Andrea, che intendo aver di gran lettere. – Voi v’ingannate, – disse il Navagero, – perchè io mi chiamo Pancrati. – Io non so, – soggiunse il vecchio, – chi usurpi questo nome se non quelli da ca’ Giustiniana. So bene che i Navageri non l’hanno. – E qui fece un altro catalogo di casa Navagera. Ora la cosa andò molto in lungo con dispiacer infinito del Bembo, il quale vedeva questo suo parente, chè per tale lo credeva, in raccontar le genealogie veneziane esser un Tullio, ma nel resto dimostrarsi il maggior sciocco del mondo. A la fine il vecchio mutata la voce e il modo di parlare, ridendo disse: – Io so che sète galanti uomini a non riconoscer il vostro Girolamo pittore. Che vi venga il gavocciolo, «poëtis quae' 'pars est». – Fu subito riconosciuto, e risolvendosi il tutto in riso, egli se n’andò in una camera, e spogliatosi l’abito da comedia si rivestì i suoi panni e ritornò in sala, dando a tutti la baia e facendoli di nuovo molto ben ridere. Affermava il Bembo averlo sempre tenuto per il suo parente, ed ancor che lo vedesse sì mal in arnese e così mal costumato, che credeva che per la vecchiaia fosse ribambito, e che in vero n’aveva una strema vergogna. Il Navagero si disperava