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s’andarono a metter sul matarazzo del lettuccio, di maniera che Cocco per mostrarsi a la sua Nardella prode cavaliero e valoroso amante corse due lancie senza mai levarsi d’arcione. Nè si partirono sì tosto da la giostra che anche due altre non ne rompessero. Fatto questo Domicilla pose al marito in mano alquanti danari e gli disse: – To’ questi pochi danari e goderai quelli per amor mio ed in dispregio di quel becco gaglioffo, – e dettogli questo, subito da lui si partì. Cocco avuti i danari forte si meravigliò e dei danari e de le parole, e diceva tra sè: – Che diavolo vuol dir costei? che danari? che becco? – Con queste parole, mezzo fuor di se stesso, passo passo se ne indrizzò verso la camera sua. La donna sentendosi per i siropi inghiottiti il corpo moversi, andò al luogo necessario a scaricar il ventre. Ma mentre che Cocco credendosi l’altrui terreno aver lavorato e’ s’era pur affaticato sovra il suo, facevasi in un altro luogo un’aspra battaglia, con ciò sia che Nardella come fu in letto, pensando esser appresso al messere, s’accostò a Petrone dicendo: – Non dormir più, anima mia. Destati, destati, chè io sono la tua Nardella. – A sì fatte parole Petrone risvegliato e sentendo pur replicare due e tre fiate – Io son Nardella, – e parendogli a la voce che fosse quella, rimase mezzo sbigottito e non sapeva ove si fosse. Ma ella che fatti voleva e non ciancie, gli gettò le braccia al collo e lo cominciò amorosamente a basciare dicendogli pure: – Io son Nardella. Può egli esser che tu sia sì smemorato che non mi conosci? che pensi, signor mio? diamoci piacere ora che abbiamo l’agio ed il luogo. Non aver tèma di madonna, perchè io l’ho lasciata in cucina presso al focolare che dorme come una marmotta e non la risvegliarebbe il terremuoto. – Conoscendo fermamente Petrone quella esser Nardella, disse seco: – E chi diavolo staria saldo a tante bòtte? chi non si scaldarebbe a sì cocente fuoco? Non so imaginarmi come costei sia venuta qui, ma sia come si voglia, io prederò questa ventura. Non mancherà mai, se il padrone se n’adirasse, se non pigliarla per moglie e sposarla. – Onde fatta questa deliberazione, cominciò con Nardella entrar in giostra, e già aveva cinque volte corso l’arrengo quando per entrar in camera sovragiunse Cocco, il quale per non esser da la moglie sentito, che in letto esser credeva, era chetamente ne la sua camera entrato. Quivi giunto e sentendo il gran dimenare che nel letto si faceva, rimase più morto che vivo e tra sè diceva: – Oimè, ho io pagato il mio famiglio perchè con la donna mia devesse giacersi? – E in questo ode Petrone che disse a Nardella: – Anima