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napolitana agguagliare? Certo, che io mi creda, nessuno. Cotale adunque fine ebbe il poco regolato amore de l’abbate Gesualdo, il quale volendo per forza conseguir la grazia de la sua innamorata, perpetuo odio e disgrazia ne riportò. Che forse quando più temperatamente avesse saputo amare ed a la giovane con quella accomodata servitù che a l’uno e a l’altro conveniva, servire, sè da meritato ed eterno biasimo e l’amata fanciulla da le crudeli ferite, averia preservato.


Il Bandello al molto magnifico e vertuoso signore il signor Giantomaso Gallerate salute


Se io non ho più tosto che ora mandatovi alcuna de le mie novelle, scusimi appo voi la qualità dei tempi occorsi, ove io son stato astretto per altrui colpa abbandonar Milano e cangiar abito e costumi, se la vita servar voleva, come appresso a molti gentiluomini e gran signori è notissimo. In tutto questo tempo perciò non è che io non v’abbia avuto nel core e, quando è accaduto parlar di voi, non abbia fatto quell’ufficio che le rare vostre vertù ed il debito mio ricercavano. E certissimamente io son quello stesso con voi che era nel tempo che insieme col vostro e mio Lucio Scipione Attellano così sovente filosofavamo, e particolarmente quando il signor Prospero Colonna a mie preghiere mitigò la grand’ira che aveva a suggestione d’alcuni invidi contra quei nostri amici. Così fosse adesso quel tempo e fosse sempre stato, chè io non sarei ito errando tanti anni quanti m’è stato forza peregrinare. Ma il mondo fu sempre ad un modo, e spesso è avvenuto ed avverrà tuttavia che il giusto patirà quella pena corporale che il peccatore meritamente deverebbe patire. Ora essendo io deliberato metter l’ultima mano a le mie novelle per mandarle fuori e pensando quale vi devesse dare, me n’è venuta una a le mani che avvenne non è lungo tempo in Milano ad un gentiluomo vostro e mio amico. Ella fu narrata dal gentilissimo signor Francesco cavalier degli Uberti mantovano un dì che egli si ritrovò a Castel Giffredo a la presenza de le due nobilissime eroine, la signora Ginevra e la signora Gostanza sorelle Rangone, de le quali la