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in aiuto de la magnanima figliuola; ma che potevano far dui timidi e deboli vecchi ed una garzona contra dieci o dodici robustissimi giovini armati? E non è dubio che se l’abbate avesse lasciato fare ogni sforzo, la giovane sarebbe venuta in suo potere. Ma egli non voleva che se le facesse male ed ella non era disposta di lasciarsi pigliare: pure l’innocente fanciulla fu ferita. Furono altresì impiagati i poveri parenti di lei, di maniera che cascarono in terra. Il che veggendo ella e conoscendo che a la fine a mal suo grado sarebbe restata prigioniera, non mancando de la sua invitta generosità d’animo, deliberò seco stessa, se possibil era, con qualche nuovo scorno de l’abbate, la ricevuta ingiuria in lui vendicare. Onde non l’essendo esso abbate molto da lungi e parendo a lei d’aver agio di far quanto in capo l’era caduto, a lui avvicinatasi, quanto puotè più forte la spada nel mezzo del volto fierissimamente gli lanciò; ed in questo ebbe la fortuna assai favorevole, imperciò che la tratta spada colse di taglio ne la faccia de l’abbate e nel mezzo del traverso del naso e di una guancia gli fece una profonda piaga. Ella in quel medesimo punto che l’avventata spada ferì l’abbate, a Dio divotamente raccomandatasi, di salto giù dal ponte, come già fece Orazio Cocle, si gittò ne le lucide e correnti acque di Sebeto, più tosto eleggendo ne l’acque miseramente perire che perder il pregio de la sua verginità. E così il bel fiume lei a seconda ne menava via, che aiutata da le vesti sovra acqua ancor si sosteneva. Aveva il romore de la mischia ed il gridar dei poveri feriti fatto venir molti a così crudel spettacolo. Da alquanti di costoro che sapevano nuotare e che a l’acque si gettarono, fu fuori del fiume la giovane mezza morta cavata. L’abbate che, di gran lunga molto da quello che s’era persuaso, ingannato si ritrovava, e che sapeva per mano dei suoi servidori la giovane e i parenti di lei esser scioccamente feriti e se stesso con il fregio nel volto, non volendo tornar dentro la città, se n’andò a le sue castelli. Quelli che il rumore là tratti aveva, levati i feriti da terra, insieme con la impiagata fanciulla tutti a Napoli condussero, ove universalmente da quelli che la cosa seppero era l’abbate biasimato e la giovane per pudica, saggia, animosa e d’alto e generoso core stimata. E veramente che ella merita tutte quelle chiare lodi che a pudicissima e castissima donna dar si possino. E se a le vertuti a’ nostri corrotti tempi l’onore si rendesse che appo i romani ed altre genti straniere anticamente si rendeva, qual statua, qual colosso di qual si voglia materia o quai titoli potrebbero questo magnanimo e gloriosissimo atto di questa giovane