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le faceva tuttavia buon viso e la proverbiava in atto di scherzare, quando però Domicilla non v’era. Ella che di piacer al padrone si teneva da molto più, andava in contegno facendo vista che di lui non le calesse. Nondimeno talora lo guardava con la coda de l’occhiolino sì nascosamente che madonna non se ne avvedeva. Non era mai Cocco stato oso d’affrontarla con parole amorose, ma con cenni e con gli occhi l’aveva fatta avvista del suo amore. E non gli dando l’animo di scoprirsele, fece pensiero andar una notte a la camera ove ella dormiva e giacersi con lei. S’era Nardella un giorno di festa tutta strisciata e fatta molto, per fantesca, polita, avendosi messo il boccacin bianco con uno grembial giallo; e veggendo il padrone che fiso la guardava, ella mirava lui di modo che pareva proprio che lo invitasse a giocar seco a le braccia. Il che Cocco veggendo si propose che la seguente notte fosse quella che devesse dar il compimento al suo amore. Domicilla che molto più del solito vide quella polita, s’imaginò che d’alcun compagnone de la contrada si fosse invaghita e non vi pose altrimenti fantasia. Ma in effetto ella s’era così concia per meglio piacer a Cocco. Era di state ed essendosi cenato di buon’ora come si costuma, dopo la cena Cocco andò fuor di casa a diporto, e Petrone l’accompagnò secondo che era consueto. E andando or qua or là per le contrade de la città, egli al famiglio in questa forma parlò: – Tu devi saper, Petrone, che nessuna cosa mantiene più in grazia del suo signore un che lo serva, come fa l’esser fedele e segreto ne le cose che il padrone si fida di lui e gli commmette che faccia, chè ancor che ’l servidor avesse tutte l’altre buone parti e non fosse fidato e segreto, sarebbe egli poco stimato e non trovarebbe padrone che ai suoi servigi il volesse; chè io per me, se mi pagasse, di lui in conto alcuno non mi servirei. E che diavolo si deve far d’uno che fedel non sia e non sappia secondo la voglia del padrone tacere? Ora perchè io queste parole ti dica, adesso saperai. Tu dapoi che mi servi mi sei parso uomo da bene, e credo che appresso a l’altre tue bone parti sia anco in te la fede e che quando io ti dirò una cosa di credenza, che saperai tacerla. Voglio adunque, Petrone, che tu sappia che io mi vo’ di te fidar di cosa, come intenderai, di grandissima importanza; e perchè tu intenda meglio l’animo mio, odi diligentemente ciò che io ti dirò. Io debbo questa sera andar a trovar una de le belle donne di questa terra, che ti so dire che è fatta per vedere. Basta. Ella mi attenderà ad ogni modo, perchè mi vuole tutto il suo bene. Ma perchè, non mi occorrendo disturbo alcuno, io intendo starmi