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aveva disegnato, che era la casa del padre di lei, ella tutta piena d’allegrezza v’entrò, nè fu da nessuno de la casa riconosciuta, e nondimeno da lei furono riconosciuti il padre e la madre ed alcuni altri parenti. Alfonso che sommamente quella amava e molto onoratamente in ordine di vestimenti, collane d’oro, maniglie ed altre bagaglie d’ori battuti e di perle e pietre preziose la teneva, e tutti i suoi danari, abbigliamenti e cose di prezzo in mano di continovo le lasciava, attendeva a corteggiar l’imperadore; ed in compagnia di lei dimoravano dui paggi che di quanto comandava loro l’ubidivano. Egli poi e tutta la sua famiglia per altro nome non la chiamavano che «signora». Essendo adunque Ligurina in casa sua, per meglio far ciò che deliberato aveva, finse esser cagionevol de la persona ed assai indisposta. Alfonso subito ordinò che si mandasse per i medici e non se le mancasse di quanto era bisogno, e molto a la padrona di casa, madre di lei, la raccomandò. Si scusò Ligurina per alora non voler medico, e che era certa, che facendo un poco di dieta e stando in riposo, che in breve sarebbe sana. La madre di lei, gentildonna da bene ed amorevole come generalmente sono le donne genovesi, da tutte l’ore l’era a torno e la confortava, offerendosele che senza rispetto veruno ella chiedesse quanto le pareva profittevole, chè al tutto si provederebbe. Parlava Ligurina benissimo in lingua spagnuola, come quella che alcuni anni s’era in Spagna allevata e nodrita, e chiunque parlar l’udiva, teneva per fermo che fosse spagnuola naturale. Ora essendo una mattina a buon’ora andato Alfonso a corte e sapendo Ligurina che il costume di quello era non venir se non sul tardi a casa a desinare, cominciò con la madre a ragionar di molte cose e sempre parlar genovese. La madre di lei grandemente di questo meravigliatasi le disse: – Gioia, che è ciò che io sento? Voi parlate sì ben genovese che par che siate nata e cresciuta in questa città. Ditemi, signora, ci foste voi mai più altra volta? – Alora Ligurina le disse: – Madonna, fate venir qui vostro marito e il tal e tal uomo e la tale e tal donna, perchè io ho cose di credenza da parlar con voi tutti insieme, che vi daranno piacere, a mio giudizio, grandissimo, e non poco anco vi faranno meravigliare. – Non fu tarda la donna a far la volontà di Ligurina, ed ella mandati via i paggi in diversi servigi, come i richiesti furono venuti e dinanzi al letto assisi le dissero dopo le convenevoli salutazioni: – Signora, che buone novelle v’hanno fatto chiamarci a la presenza vostra a cotesta ora? Eccoci presti a farvi piacere, – ella a gran pena potendo rattener le lagrime, disse loro parlando pur genovese: – Ecci