Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
faceva vigilie che mai non furono in calendario, e le massare e i ragazzi trionfavano. Governava Domicilla l’entrate del marito, ed egli a questo vi s’accordava, avendo pur tanto vedere che conosceva che da sè non era buono a governare. Per questo, poi che ella più volte indarno col marito ebbe questionato, cacciò di casa quante donne, servidori e paggi che v’erano, e ritenne solamente una fante non molto attempata, ma meno appariscente che puotè. Pigliò anco un famiglio che aveva presso a trenta anni, il più da poco e poltrone che dir si possa, che vestisse e spogliasse il marito ed avesse cura d’un cavallo che in casa era rimaso. Ella diceva fra sè: – Se io non potrò donne in casa tenere secondo il mio grado, a la croce di Dio, mi aiuterò coi danari a far i bisogni de la casa, e questa per far la cucina sarà buona fin che a Dio piacerà. Cocco anco, poi che così vuole, così abbia e si serva d’un sol fante, e se menerà paggi per casa io gli romperò il capo. – Veggendosi poi tanto magramente trattar nel letto, ove ella averebbe voluto esser con vezzi ed abbracciamenti festeggiata, pensò, se Cocco altronde il vivere si procacciava, che anco a lei non si devesse disconvenire a ritrovare chi a’ suoi bisogni provedesse. Ma trovandosi così scarsa di famiglia, non sapeva come governarsi. E tuttavia pensando e chimerizzando come far devesse a trovare chi talora in luogo del marito le scotesse il pelliccione, le venne gittato l’occhio a dosso a Petrone, chè così il famiglio era nomato. Egli era, come s’è detto, molto da poco, ma di persona assai ben formato. Con costui si dispose Domicilla esperimentare la sua ventura e veder ciò che sapeva fare, e cominciandogli a far carezze e a domesticarsi con lui, aspettava oportunità di tempo a dever dar essecuzione ai suoi desiderii. Pareva a la donna che di Petrone niuno devesse aver dotanza, ed essendo egli in casa, che la cosa poteva segretamente longo tempo durare. Avendo poi messo mente più per sottile a la natura di lui e di quello gli appetiti considerati, il conosceva più ghiotto del danaro che l’orso del mele. Onde si deliberò per forza di danari piegarlo a’ suoi appetiti. Ora mentre che ella era in cotai pensieri, Cocco aveva già adocchiata Nardella, chè così si diceva la fante, e volte assai s’era provato d’esser con lei; ma il fatto mai non successe. Era Cocco tanto da poco che non voleva la pena di tentar donne fuor di casa, temendo pure d’esser dal volgo beffato. E se alcuna volta si gettava a qualche fanciullo, con dui o tre baiocchi si cavava il suo disonesto appetito. Ora parendogli che con la fante si poteva di leggero accordare e che per esser in casa ci era gran comodità,