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egli aveva roba assai, e che assicurasse Emilia che quella che egli sposerebbe, faria in breve morire. Ora partito che egli fu, fece intendere al padre come era presto per ubidirli. Lieto di tal risposta il buon vecchio, fatti invitar i parenti ed amici, fece che Fabio sposò quella che prima gli aveva proposta. La voce si sparse quel dì medesimo per Roma. Il che udendo, Emilia fu per morire; ma deliberata non morir sola, mandò pregando Fabio che quella notte a lei n’andasse. Egli a la consueta ora v’andò e trovolla che amaramente piangeva. Si sforzò assai a la meglio che seppe consolarla, affermandole con santissimi giuramenti che in breve farebbe morir con veleno, o per altra via, quella che sposata aveva. Parve che la giovane alquanto s’acquetasse, onde si messero al letto ove, dopo che insieme amorosamente ebbero più volte presi l’un de l’altro quei piaceri che tanto si ricercano, Fabio da alto sonno oppresso, a dormire cominciò. Il che veggendo Emilia, perciò che in camera ardeva una lampada, leggermente al suo amante il petto scoperse, e preso un pugnale che Fabio recato aveva, quello sì fattamente nel core gli fece penetrare che egli subito morì. Fatto questo, risvegliò la nutrice che a basso del letto dormiva, la quale veggendo Fabio morto ed Emilia col sanguinolente pugnal in mano, volle gridare. Ma Emilia la ritenne e con viso rigido e senza lagrime così le parlò: – Tu sai, nutrice mia, che quanto bene io aveva al mondo era questo sleal amante: ch’io fossi sua moglie tu sai sì bene com’io. Ma non avendo egli riguardo a tanto amore quanto io gli portava, e meno al marital anello che mi diede, ha avuto ardire di sposar un’altra. Il che quando io intesi, non so perchè di doglia non morissi. Ma in vita mi tenni per far di lui e di me ad un tratto vendetta. Io chiaramente conosceva che impossibile stato mi saria di vivere e vedere che altra donna l’avesse posseduto, onde per non morir mille volte l’ora, ho eletto per meglio morire, una sol volta finir i miei guai. Ma perciò che restando egli in vita, io con quel dispiacere morta sarei che fosse d’altra stato e non mio, come vedi, l’ho ucciso. Resta che animosamente lo segua. – Dir queste ultime parole e darsi nel petto col pugnale che ancora sangue stillava, fu tutto uno. Ella si passò sotto la sinistra poppa, e morta subito sovra il morto amante cadette. La sconsolata nutrice cominciò ad alta voce a far le maggior strida che mai forsennata donna facesse. Corse il padre de la sventurata Emilia al romore, corsero tutti quei di casa, uomini e donne, e veduto l’orrendo spettacolo, facevano di pianti, di gemiti e d’ululati tutta la casa