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ebbe conosciuto la mente del padre, la notte che seguì andò a ritrovar la sua Emilia e le parole che tra il padre e lui erano occorse tutte le disse. Disputarono insieme pur assai di quanto far si deveva, cercando dei dui mali elegger il minore. Ed avendo sovra questo lungamente questionato, pregò Fabio la sua Emilia che si volesse acquietare, dicendole: – Anima mia, io ho senza fine pensato sovra il caso nostro, per veder di ritrovar qualche mezzo che mio padre non mi molestasse, ma permettesse ch’io me ne vivessi come fatto ho fin al presente; ma egli sta ostinato in voler per ogni modo ch’io prenda per moglie quella che egli, gli amici e parenti nostri mi daranno. Io son più tosto presto di morire che di mancar de la mia fede. Ben è vero che carissimo mi sarebbe, non rompendo a te la data parola, a mio padre sodisfare. Il perchè io vorrei che tu fussi contenta che con tua buona grazia io quella donna sposassi che egli mi darà. Per questo tu non perderai cosa alcuna, perciò che io sempre che ci sarà la comodità verrò a giacermi teco, e quella che mi sarà per moglie data io lascerò sola a casa dimorarsi. Mio padre è vecchio e non può omai longamente molto campare: come egli sia morto, io quella che ora prenderò, col veleno mi leverò dinanzi agli occhi, e te poi pubblicamente sposerò. Altrimenti egli minaccia, non pigliando quella che dar mi vuole, di eseredarmi. Parlargli di te è gettar via parole. – Emilia udendo questi parlari, dirottamente piangeva. Onde egli' 'recatosela in braccio e più di mille volte abbracciatola e basciatola, dolcemente le diceva: – Chè piangi, vita mia? Sta di buona voglia, chè Fabio sempre sarà tuo. Deh, unico mio bene e vivo sangue de le mie vitali vene, non t’affliggere oramai più, chè con questo lagrimar tu m’uccidi. – Ella alla fine, da mille singhiozzi impedita, con parole interrotte così a l’amante rispose: – Se tu hai deliberato, unico mio signore e cor del mio core, per sodisfar a tuo padre sposare un’altra donna, prima che tu de la promessa a me fatta manchi, tu mi passerai per mezzo il petto il core col tuo pugnale e poi farai quanto più t’aggradirà. Questo ti dico perciò che a me si fa impossibile creder che io potessi viver già mai, se tu d’altra donna divenissi sposo. – Le parole furono assai e quasi tutta la notte altro non fecero che questionar su questa cosa. Ma che ella fosse contenta che egli un’altra ne sposasse, non puotè ottener già mai. Parlò anco assai Fabio con la nutrice, dimostrandole il termine a che era col padre, e che non gli compiacendo perdeva l’eredità, e che non sapeva se mai il padre di Emilia si fosse contentato di dargliela; che quando il suo fosse morto,