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al magnifico giovine messer Niccolò Salerno
Quanto s’ingannino tutti quegli uomini che s’innamorano e fanno servitù con quelle donne che per prezzo dànno ogni dì il corpo loro a chi le ricerca, infinite volte s’è veduto, per ciò che in così fatto amore quasi non mai o di rado reciprocazione si truova. Ma il più è che non sofferendo nè potendo amor sofferir compagnia, se ami una di queste ti converrà aver tanti rivali quanti quella goderanno, il che in amore si riputa peggio che morte. E certo ne l’animo mio non può cadere come sia possibile che un gentiluomo possa piegarsi in modo alcuno ad amar donna che egli sappia esser sempre presta di sottomettersi a chiunque le dà danari e, come si fa in Vinegia, pattuirà con dui e tre che ciascun di loro abbia il suo determinato giorno da giacersi seco, parendo a me che qualunque ama qual donna si sia e sappia quella aver di sè fatto copia ad altrui o aver animo di farlo, debbia subito quell’amoroso fuoco ammorzare e lasciarla a colui a cui s’è data o vuol dar in preda. Tuttavia si trovano molti che per amor di queste così fatte donne fanno di molte pazzie; le quali come s’avvedeno che un giovine sia del lor amor tócco sul vivo, fanno le ritrose e mille arti usano per più irretirlo ed invescarlo, e la notte sugli occhi suoi introducono chi più lor piace in camera a giacersi seco, e lui lasciano miseramente dinanzi la porta su la nuda terra languire. Potrei mille altre taccarelle circa queste donne da vettura, – chè così chiamar si ponno, – dire, ma per onor degli uomini mi vergogno a raccontarle. Si ragionava di questa materia ne la ròcca di Castiglione de le Stiviere a la presenza del molto illustre ed ingegnoso signore il signor Aloise marchese di Gonzaga, ove erano uomini molto dotti e nobili, tra i quali messer Emilio degli Emilii, gentiluomo bresciano e persona dottrinata e piacevole, narrò una novella di nuovo a Vinegia accaduta, per la quale egli ci mostrò che il più de le volte con simili donne l’uomo càpita male. Onde avendo io la novella scritta, quella vi mando avendola al nome vostro intitolata, che appo voi sarà pegno del mio, verso voi e tutta casa vostra, amore. State sano.