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del mio debitore mi sei capitato a le mani, io non vo’ che tu ti parta che almeno tu non mi paghi le spese che ho fatte in condurre costoro qui. Sì che disponti a questo e fa che vengano i danari, altrimenti ti giuro che come sia giorno anderò per tutto Milano publicando il fatto come sta. E se bene io non so il tuo nome, svergognerò almeno la tua innamorata, avvengane poi ciò che si voglia. E contra voi, capitano, a la presenza di costoro protesto d’ogni danno che ne patisca, se voi non mi rendete il mio prigione, perchè io non vi credo cosa che mi diciate, e porto fermissima openione che cotestui sia il mio debitore. Io lo voglio come sia giorno farlo menar legato a le prigioni. Pensi mò egli che onore a lui e a la donna sarà come si sappia. – Voltatosi poi a monsignore disse: – Questa è l’ultima conchiusione: che io vo’ essere pagato di queste spese. Ma nel vero tu non solamente doveresti sodisfarmi de le spese, ma mi deveresti anco pagar i cavalli. E non ti meravigliare di quanto ti dico. Il marito de la tua donna ha avuto i miei cavalli e a suo piacer cavalcati quando ha voluto. Tu invece di lui cavalchi la sua moglie quando in destro ti viene e godi del suo amore. Perchè adunque in cambio di quello, non mi dèi pagar i cavalli? – Mossero a risa queste parole del tedesco tutti i circonstanti, e monsignor anco non si puotè contenere che di così piacevol argomento e induzione arguta non ridesse. Ora le parole furono moltiplicate pur assai, stando per lungo spazio in grandissima contesa, non volendo monsignor pagar cosa alcuna, e il tedesco non essendo disposto a lasciarlo se non pagava le spese. A la fine veggendo il capitano che senza costo non si sarebbe mai a capo di cotesta fastidiosa lite venuto, essortò il proposto che a quei fanti alcuna cosa donasse. Il proposto dubitando che la cosa in modo non si divolgasse che poi non se le potesse provedere, elesse per minor male di sodisfar al tedesco pagando le spese fatte in quei fanti, a ciò che la cosa non andasse più in lungo. Onde col mezzo del capitano mandò per un suo agente e fece recar quella somma di moneta che fu di bisogno. E così de' 'le mani di quei sergenti si liberò, con speranza di far tante poste e correr a vettura che rifrancarebbe i suoi danari. Che egli li abbia fin qui rifrancati, io non so: so bene che ancora va per le poste tutto il dì; e ben che il marito tornasse e poi al tedesco sodisfacesse, seppero gli amanti far di modo che Ambrogio mai de l’accidente occorso niente seppe.