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XL

Inganno usato da una scaltrita donna al marito con una subita astuzia.


Io, signor mio, porto ferma openione che se questa matina voi non mi levavate d’impaccio, che noi ancora ci trovaremmo in campagna al sole. E non è perciò questo il primo piacere che da voi, la vostra mercè, ho ricevuto, e spero tuttavia che non debbia esser l’ultimo. Ora per una picciola ricompensa del fastidio che stamane vi diedi, poi che pregato me n’avete potendomi senza verun rispetto comandare, vi dirò una piacevol novella che al mio parere alquanto vi diletterà. Io parlerò d’una materia di cui tutto il dì accadeno essempi, cioè de le beffe che le donne fanno ai lor mariti. Dico adunque che Cocco Bernardozzo fu ne la città di Foligno ai giorni suoi sì per nobiltà di sangue come per grandissimo patrimonio il più notabil gentiluomo di quella città, in modo che niuno v’era che a lui s’agguagliasse. Era poi d’una bella e grata presenza; ma d’industria, accortezza, sagacità e de l’altre doti, cui senza, l’uomo poco vale, niente aveva, di sorte che più tosto da Grosseto si poteva chiamare che da Foligno. Egli ebbe per moglie Domicilla figliuola d’Andreuccio Raineri, giovane fresca e bella, e tanto avveduta che poche donne erano de la prontezza ed acutezza d’ingegno che in lei si conoscevano. Ella non stette a pena dui mesi col marito che de la dapocaggine di quello troppo ben s’avvide, e oltra questo conobbe che egli era molto più vago di quel d’altrui che del suo di casa, imperciò che quante femine vedeva, con tutte si domesticava e si metteva in pratica. Nè crediate pertanto che di gentildonne egli si dilettasse, chè una per miracolo non ne averebbe mirata in viso; ma le massare, lavandare, fornaie e simil sorte di femine erano il suo gioco. Credo io che fosse di natura di corbo, il quale vie più volentieri a le carogne si gitta che a buona carne. Così faceva Cocco, che tra queste vilissime femine sempre s’avventava a la più sozza e mal netta che ci fosse, di modo che Guccio Imbratta, Porco o Balena, come lo vogliamo appellare, l’averebbe perduta seco. Aveva anco Cocco un’altra taccarella, che volentieri andava in zoccoli per l’asciutto, ove la moglie l’averebbe voluto portar in nave per il piovoso. Dei disonesti modi del marito accortasi Domicilla, più volte con lui se ne dolse come di cosa che in suo danno ritornava. Ma che valeva il dolersi? Ella cantava a’ sordi, e Cocco era pur disposto di seguir il suo consueto stile di vivere, di maniera che Domicilla