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suono, ponetevi tutte due le mani sugli occhi ed avvertite a non levarle via, avvenga ciò che si voglia fin che io non farò cessar la campana, perchè questo rapace animale becca solamente gli occhi e non altrove. Com’egli abbia corso in su e in giù per la villa quattro o cinque poste, egli non veggendo ove possa beccare, deposta la sua fierezza se n’anderà e più per quel giorno non tornerà a voi. Sì che disponetevi a cangiar costumi, altrimenti quando verrà il griffone, io non vi darò segno di campana nè d’altro, ma lascerò che la divina giustizia abbia luogo. – Finita la messa e la predicazione, tutti pieni di paura andarono a casa, nè d’altro si parlava che del griffone. Ora passati che furono cinque dì, facendo messer lo prete dar i bòtti a la campana, vide che in un tratto ciascuno si pose le mani agli occhi, e andando in quello egli per la villa s’accorse, mentre che i bòtti durarono, che nessuno si moveva dal luogo ove il suono còlto l’aveva, stando di continovo con gli occhi velati da le mani. Il perchè parendogli che il suo avviso puntalmente avvenisse e gli succedesse come imaginato aveva, un giorno ne l’ora del merigge che quasi tutti erano fuori ai lor lavori, avvenne che l’Orsolina con due secchie venne a pigliar acqua a la fontana in casa di don Faustino, sì come per l’ordinario ella era usa di fare. Il che veggendo messer lo prete e sentendo a la presenza de la giovanetta che l’augello griffone cominciava a levar la testa, subito mandò il suo chierico a martellar la campana. L’Orsolina che già aveva empito una secchia e l’altra dentro l’acqua attuffava, come sentì il suono, così di subito abbandonata la secchia dentro la fontana, vide colà vicino al fonte sotto una loggetta un pagliaro di strame che don Faustino aveva fatto raccogliere e là sotto ricoverare per pascer un suo asinello che in casa teneva per i suoi bisogni. Ella con le mani sugli occhi colà n’andò, e dato del capo dentro al pagliaro, stava aspettando che i bòtti de la campana cessassero. Don Faustino che vide andar la bisogna come desiderava, serrato l’uscio del cortile ove la fontana sorgeva, pian piano a la fanciulla accostatosi, destramente i panni le alzò su le schiene, ed avendo già il griffone drizzato il piviolo col quale si sogliono piantar gli uomini, prestamente nel debito solco per ciò fatto quello ascose, in guisa che don Gianni di Bartolo a la commar Zita attaccò la coda. E ben che la prima beccata de l’augello fosse con spargimento di sangue e l’Orsolina sentisse alquanto di noia, tuttavia avendo ella a mente che il ser aveva predicato che solamente agli occhi l’augello col suo becco noceva,