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un campo o steccato fatto a posta per combattervi duo guerrieri. Quivi arrivato, Filippo disse a Beltrando che smontasse ed attaccasse il suo corsiero ad uno di quegli arbori, ed egli altresì dismontò dal suo e lo legò ad un tronco. Come tutti dui furono a piedi, attendendo Beltrando ciò che questo volesse dire, il duca alora cacciata la sua spada del fodro, con alta e ferma voce gli disse: – Beltrando, metti mano a la tua spada e da me ti diffendi fino che tu puoi, chè io non vo’ vantaggio nessuno da te. Sforzati pure di far ciò che tuo padrone che qui ti mandò t’ha comandato, perchè io so che tu sei venuto in casa mia per uccidermi. – A queste parole il tedesco tutto sbigottito, cavatasi la spada e quella tratta via, s’inginocchiò e con le braccia in croce domandò perdono al duca, dicendo che era vero ciò che egli diceva, ma che veggendo il bene ch’egli fatto gli aveva, s’era pentito e l’aveva fedelmente servito e che contra lui non prenderebbe l’armi già mai. Filippo alora gli rispose: – Or via, vatti con Dio con ogni cosa del tuo e fa che più non ti veggia su lo stato mio, chè tu sei un vile e codardo non ti dando l’animo d’essequire ciò che il tuo padrone t’ha comandato. – Il tedesco si partì con più prestezza che non si dà la fava la notte dei morti. Ora sarebbe un bel disputare se il tedesco restò d’essequir l’impresa per viltà o per le carezze e beni ricevuti dal duca, e se questa opera di Filippo, ancor che avesse buon fine, è degna di lode o di biasimo. E questa questione lascierò io, madama, al vostro conseglio ed a questi signori; ed io fin qui avendo ragionato, ascolterò ciò che se ne dirà.
Egli vi deveria sovvenir di quel giorno quando il nostro ingegnoso messer Niccolò Macchiavelli sotto Milano volle far quell’ordinanza di fanti di cui egli molto innanzi nel suo libro de l’arte militare aveva trattato. Si conobbe alora quanta differenza sia da chi sa e non ha messo in opera ciò che sa, da quello che oltra il sapere ha più volte messe le mani, come dir si suole, in pasta, e dedutto il pensiero e concetto de l’animo