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non gli piacesse o fosse di lei sazio o che che se ne fosse cagione, un giorno disse a la suocera che non voleva la Domenica più per moglie, e che se aveva ardimento mai di dire ch’egli l’avesse sposata, che le farebbe far uno scherzo che non le piacerebbe. Le parole ed il rammarico de la madre e de la figliuola furono assai, ma il tutto fu indarno. La povera madre che si vedeva privata d’aita e di conseglio non sapeva che si fare, e tanto più si trovava di mala voglia quanto che, ad istanzia di Boientis, messer Antonio Martinengo, che sempre l’aveva favorito, la mandò a minacciare e bravarle su la vita se ella o la figliuola ardivano dir parola di questo sponsalizio. Ed a ciò che più facilmente tacessero, le fece il Boientis promettere venti ducati d’oro ogni volta che la Domenica pigliasse marito. La buona donna che si vedeva a mal partito, sentendo la promessa dei venti ducati si tenne per assai appagata e cominciò a cercar nuovo marito per la figliuola, e molto s’affrettò conoscendola già gravida. Onde gli fu messo per le mani un uomo giovine che stava con un armaruolo che lavorava a la fucina de l’arme; e fatto un poco di pratica, il matrimonio si conchiuse. Chiamavasi il giovine Gian Maria Rinovato, il quale sposata la Domenica, a casa per pulcella se la menò, che già era gravida di circa duo mesi. Il Boientis fu leale e attese la promessa e mandò i venti ducati a la donna, la quale in dote a la figliuola gli diede con alcun’altre cosette. Pareva al Boientis aver fatta una bellissima cosa e degna di gran commendazione, e non s’accorgeva il pazzerone che pagava uno che gli mettesse gloriosamente in capo l’arme de’ Soderini. Giacque Gian Maria con la Domenica ed al parer suo la prima notte che seco giacque si credette averla fatta, di vergine, donna. Ma egli s’ingannava, come molti altri fanno che pensano la prima volta che con le mogli si congiungono coglier la prima rosa del giardino, e di già infinite se ne sono spiccate. Ma io non voglio ora che entriamo nel farnetico di monna Licisca e di Tindaro. Faceva buona ed amorevol compagnia l’armaruolo a la Domenica, la quale gli diede ad intendere che la prima settimana che era giaciuta seco ch’ella era ingravidata; il che egli che non era però il più astuto uomo del mondo si credette e molto se ne rallegrò. Venuto poi il tempo del parto, gli fece la madre de la moglie credere che il figliuolo che nacque era di sette mesi. Il buon uomo fece grandissima festa del figliuolo, ed indi a pochi dì secondo il suo parere la ringravidò. Era passata la prima quadragesima, ne la quale il Boientis ancor che si confessasse, o si scordò o non volle confessar d’aver sposata la Domenica. Venuta