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ch’egli faceva e non sapeva indovinar la cagione. Antonello poi che ebbe la riga disegnata, a la padrona rivolto con grave viso orgogliosamente le disse: – Madonna, al corpo del cavalier messer san Buovo, io vi giuro e prometto la fede mia: se voi passate questo segno che io col mio coltello ho fatto, io vi farò con un altro coltello un sì fatto scherzo che forse più vi piacerà che queste vostre pazziole che voi ora fate. Io ve la caricherò se voi non state indietro. Che sì, che sì, che voi direte poi: «Io non me lo pensava». Passate, passate, e vederete di bello. Io ve l’ho detto, e basta. Non vi lamentate poi di me. – La donna che più voglia aveva d’Antonello di venir seco a le prese e giocar a le braccia, accostatasi pian piano a la riga faceva vista di volerla passare e quasi vi metteva su i piedi; poi si ritirava indietro e diceva: – Antonello, dimmi un poco per tua fè ciò che tu hai animo ora di fare se io passerò il tuo prefisso termine. Deh, di grazia dillo. – Antonello che intento stava a l’opera come lo sparviero quando vede la quaglia, rideva dicendo: – Madonna, perdonatemi; per questa volta io non ve lo vo’ dire. Voglio che da voi stessa, quando io fatto l’averò, conosciate che cosa sarà. Io voglio al presente fare come m’ha detto più volte il barba Pedrone che fanno le monache di Genova, le quali se ne vanno dove più piace loro a diportarsi per la città e fuora, e poi quando tornano al monistero dicono a la badessa: «Madre, con vostra licenza ce ne siamo andate a ricreazione, a prender un poco d’aria». Ed io altresì farò com’elle. Io già più di millanta volte detto ve l’ho e di nuovo lo dico e replico, che se passarete, io a modo veruno non ve la perdonerò, ma vi farò pagar il passaggio e il dazio di quello a buona derrata. Passate pure se n’avete voglia, e vederete a che modo fa il mugnaio, se io saperò da me pagarmi e che parte me ne saperò fare. – Onde fingendo la donna aver tèma di quanto Antonello diceva, due e più di tre volte pose i piedi quasi oltra il segno, e subito dicendo «Oimè!» si ritirava a dietro. Rideva Antonello, altro non aspettando se non che ella passasse. La donna ultimamente, essendo desiderosa di provar quanto Antonello pesasse, con un saltarello passò il prefisso termine dicendo: – Ecco, ecco che io son passata; che sarà mò? – Il buon Antonello sentendosi meravigliosamente destar la conscienzia, non aspettando che la donna finisse le sue parole nè che altrimenti fosse invitato: – In fè di Dio, – disse, – che io lo vi farò; – ed abbracciata la donna che vinta esser desiderava, quella di peso amorosamente basciandola portò in camera e su una cassa la distese, ove ben che ella mostrasse un pochetto