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quella notte che a Castel Gifredo tutta intiera stemmo a ragionar di versi e di cose de la lingua volgare, mi diceste che volevate che io vi donassi una de le mie novelle, questa vi dono e sotto il vostro nome voglio che sia veduta. Se ella poi non è con quel candore scritta che voi le vostre rime cantate, ricordatevi che a tutti non è concesso navigar a Corinto. Pigliate il mio buon animo e sodisfatevi di quello. State sano.
Volendovi, madama illustrissima, narrare uno azzardo che fece de la vita sua Filippo dei reali di Francia, duca di Borgogna, signor de la Fiandra, di Hainault, di Olanda e di molti altri paesi, a ciò che meglio si conosca la cagione che gli diede il motivo di cotal capriccio, egli mi convien fare come fa il gentilissimo musico Francesco da Milano, unico a’ nostri dì e divin sonator di liuto, il quale volendo sonar qualche bella canzone, prima che ce la faccia sentire suona due o tre, come essi le chiamano, «ricercate», a ciò che dapoi meglio l’uomo intenda e gusti l’armonia de la canzone che egli dietro a quelle armoniosamente suona. Io vi dico adunque che Carlo re di Francia, di questo nome quinto, diede a Filippo nomato «l’Ardito» suo fratello, per la parte che a quelli che non sono primogeniti si dà, che i francesi chiamano in lingua loro «apennage», la duchea di Borgogna; e non contento di questo, procurò di fargli aver per moglie Margarita figliuola unica di Luigi conte di Fiandra ed ereditaria di quel contado e d’alcuni altri stati, di maniera che lo fece tanto potente che egli non si stimava da meno che il re suo fratello. Morto Filippo, successe Giovanni suo figliuolo, giovine di gran core, il quale accrebbe agli altri stati la contea di Hainault con la Olanda ed altre signorie, e divenne sì potente che non solamente voleva agguagliarsi al re suo zio ma si teneva da più. Del che ne nacquero infiniti mali, e Francia più volte ne pianse, perciò che essendo a Carlo quinto successo nel reame di Francia Carlo sesto suo figliuolo, il detto duca Giovanni entrò in openione di cacciar gli zii e fratelli del re dal governo del regno e restar egli solo governatore. E per poter più facilmente pervenire a questo, col mezzo di Raoul di Attovilla ammazzò una notte in Parigi, presso a la porta Barbetta, Luigi duca di Orliens fratello