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ancora a Pavia il suo orticello; e come prima venisse di villa, tentar la sua fortuna, avvenissene poi ciò che si volesse. Ella tanto era de la vita che col marito teneva mal contenta, che per poco ella averebbe nulla stimata la morte. Non dopo molto, secondo il solito, eccoti che una matina arrivò a Pavia il contadino con frutti di villa e lettere al padrone, e non lo trovando in casa, chè era ito a palazzo per l’altrui liti, andò di sopra ove la madonna in sala tutta sola faceva alcuni suoi lavori. Come ella lo vide, disse: – Ben venga Antonello,– chè così aveva nome il lavoratore; – che vai tu facendo? – Madonna, – rispose egli, – io ho portato dei nostri frutti, ed anco ho recato una lettera al messere che manda il fattore per certi comandamenti che il referendario ducale ha mandato a Selvano. – Domandò alora la donna un garzone di casa e lo mandò a palazzo con Antonello a trovar il messere. V’andò egli ed al dottore diede la lettera, il qual letta che l’ebbe, disse: – Antonello, va a casa a bere ed aspettami là. – In quel tempo che il contadino era ito a palazzo la donna tra sè deliberò, se egli a ora tornava, dar effetto al suo pensiero, con ciò sia che ella era più che certa che essendo ben veduta ragionare con Antonello, che non vi sarebbe stata persona che di ciò sospetto alcuno avesse preso. Ora come egli fu tornato, ella lo domandò di sopra e se gli fece incontro mostrandogli un buon viso, e comandò che se gli portasse da far colazione. E fatto recar ciò che era bisogno, pose in faccende tutti quelli di casa, eccetto una vecchia di cui si fidava, di modo che nessun’altra v’era. Egli che buona pezza de la notte caminato aveva ed era in appetito, mangiava gagliardamente. Madonna Cornelia che anco ella averebbe voluto cibarsi, per non perder l’oportunità entrò con Antonello in ragionamento e di varie cose de la villa gli domandò, e tra l’altre se era innamorato. A questo egli sogghignando rispose: – Madonna, o come avete voi buon tempo! Voi l’avete mò buono. – E perchè? – soggiunse la donna. – Ma che risposta è questa che tu mi dài? Ella è pur fuor di proposito: che ha a fare il mio buon tempo col tuo amore? – Al corpo di san Perpisto! – disse alora egli, – le nostre garzone, poi che questi gentiluomini di Pavia e i nostri vicini da Caselli v’hanno posto il naso dentro, vi so dir che sono diventate superbe e non vogliono più veder noi altri. Elle amano gli innamorati ben vestiti e ricchi che loro da la città rechino ora alcuna bella frangia da metter al grembiale, ora cuffie vergate di seta, ora nastri di varii colori ed ora una cosa e dimane un’altra. Vogliono anco ben sovente degli ambruogini, dei grossetti, de le