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che ella fece il primo anno del suo infelice maritaggio. Ed ella averebbe voluto tutte le notti esser ben coperta e non perder così miseramente la sua gioventù. Ma era tanto gramo e di sì poca lena il dottore che quelle poche volte che con madonna Cornelia veniva a battaglia, ancor che molto di rado vi venisse, stava dapoi molti e molti dì prima che egli potesse ristorar le perdute forze; e si credeva pure con buone parole e certe ragioni sue poco importanti che le diceva, appagarla. Il che era indarno, perciò che la mal pasciuta giovane averebbe voluto fatti e non parole. Ora essendo ella stata circa quattro anni in così misera vita e veggendo che di quel di casa non poteva in guisa alcuna prevalersi, poi che assai sopra questo ebbe pensato, deliberò buttarsi a la strada e procacciarsi di quello di fuora, trovando persona che le provedesse di quello che più le bisognava. Ma tanta era la solenne e continova guardia che l’era fatta, che molto malagevolmente poteva far cosa che profitto le recasse. Veggendo adunque l’estrema difficultà che aveva in trovarsi gentiluomo pavese o scolare che il suo mal coltivato orto innacquasse, pensò per altra via d’adacquatore provedersi. Aveva il dottore alcune sue possessioni a Selvano, villa del Pavese, ove teneva di continovo un fattore con massari per lavorar le possessioni. Tra’ lavoratori uno ve n’era giovine di circa ventisett’anni, assai grande di persona e, per contadino, appariscente di volto e ben costumato, e sovra ogn’altro gagliardo ed aiutante; il quale ancor che fosse scaltrito e sapesse benissimo il fatto suo, faceva nondimeno il sempliciotto e così mezzo il buffone. Egli soleva due volte almeno la settimana da la villa venir a Pavia e secondo la stagione dei tempi portar de le cose de la villa, ova, butiro, formaggio, pollastri, frutta e simil vivande. Era poi in casa del dottore per le sue piacevolezze generalmente da tutti ben veduto; nè in casa mai stava indarno, perchè ora spezzava legna, ora cavava acqua e simil altri servigi volentieri ed allegramente faceva; ed andava per tutta la casa di sotto ed anco di sopra ove voleva, senza che mai gli fosse detto nulla. Di costui e dei suoi motti ed altre piacevolezze che faceva, il dottore molto ne gioiva e seco volentieri ragionava, massimamente la sera dopo cena quando non ci erano stranieri. Medesimamente madonna Cornelia si dilettava fargli dir de le cose de la villa. Onde veggendolo d’assai buon viso, gli gittò gli occhi a dosso, e poi che con altri miglior mezzi non poteva a’ suoi bisogni soccorrere, conchiuse tra sè che questo fosse quello che secondo che lavorava a Selvano le possessioni del messere, lavorasse