Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Si partì Caim, ed andato a la sua stanza s’armò sotto panni, e s’inviò verso la casa di Maometto per metter ad essecuzione il comandamento de l’empio padrone. Ma perchè di rado una sì fatta sceleraggine mal si può celare, egli era tutto in viso cambiato. Onde come Maometto lo vide, subito s’imaginò il fatto com’era, e con fiero e turbato volto gli disse: – Ahi traditore scelerato, tu vieni per ammazzarmi, io lo so; ma la non ti anderà fatta come tu pensi. – Si scusava Caim e negava non esser venuto a così fatto effetto. Ma l’altro che vedeva il segno del mutato volto: – Come puoi negarlo? – gli disse, – non veggio io apertamente nel tuo viso la sceleratezza che vieni per fare? Or via, tu sarai pur quello che da me sarai senza pietà alcuna ammazzato. – Era Maometto molto più gagliardo di Caim e uomo di grandissimo core. Onde Caim dubitando di lui, ai piedi di quello gettò la spada che a lato aveva, e lagrimando confessò come per comandamento del nuovo soldano era venuto per ammazzarlo, e che per questo con quella stessa spada, che egli voleva ammazzarlo, che a lui desse ne’ fianchi, perchè meritava ogni male. Maometto alora così gli parlò: – A nessuno deve essere dubio che tu non sia un pessimo traditore, perciò che essendo stato più di trenta anni meco in un medesimo albergo e da me non essendo mai stato offeso, anzi avendo ricevuti mille piaceri, m’abbi ad instanzia d’altri voluto uccidere. Ma io non voglio usar teco quel castigo che meriti e che altri forse teco usarebbe. Adunque poi che io ti perdono, saperai che questi giorni passati questo crudelissimo parricida mi comandò che io ti uccidessi, promettendomi premii grandissimi a fine che il suo voler mandassi ad essecuzione; il che io apertamente gli negai. Ora se tu farai per mio conseglio, tu anderai a trovar il tiranno e gli dirai come son da te stato morto e che ti voglia dar il premio che t’ha promesso. – Andò Caim a trovar il soldano, il quale come lo vide, subito gli disse se aveva morto l’amico, come imposto gli aveva. – Il tutto s’è essequito, – rispose Caim, – perchè io l’ho ucciso. – Il soldano alora mostrando di voler festeggiare Caim, gli gettò al collo il braccio sinestro e con la destra cacciato mano ad una daga, gliela ficcò nel petto e se lo fece cader morto ai piedi. Nè guari dopo stette l’ardito Maometto che benissimo armato andò ed entrò in camera del soldano. Subito che il soldano lo vide, in vista fuor di misura turbato gli disse: – Ahi can figliuolo di cane, tu sei vivo? tu vivi, traditore? – Io vivo, – rispose arditamente Maometto, – e vivo in dispregio dei casi tuoi, perchè con l’aiuto di Dio ho deliberato