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NOVELLA LII
Bellissima vendetta che fece uno schiavo de la morte del suo soldano contra un malvagio figliuolo di quello.


Scrive nel suo Itinerario Lodovico Vartomanno romano, ed io anco navicando per quelle contrade intesi dire, come in Etiopia è una città nomata Ormo, la quale è un’isola lungi da terraferma circa dodeci miglia, ove è una bellissima pescagione di perle preciosissime. Di questa città era soldano, al tempo che Lodovico per quel paese passò, uno che era de la setta maomettana, il quale aveva undici figliuoli maschi. Dei quali il minor d’età era riputato mezzo matto; ma il maggior di tutti era di sottilissimo ingegno, astuto e sopra modo malizioso, molto più inchinato al male che al bene. Aveva altresì questo soldano dui schiavi comprati, i quali erano del reame del prete Gianni che è prencipe così famoso e ricco. Questi per aver sempre fedelmente servito il soldano e verso lui dimostrato una fedele ed amorevol servitù, erano da lui fatti ricchissimi ed amati quasi a paro dei figliuoli, ed appo il popolo per la buona natura loro in grandissimo credito si trovavano, cercando compiacer a tutti e non dar nocumento a persona. Era il soldano vecchio, ma d’una vecchiezza robusta e molto vivace, e pareva che ancora devesse viver un’età. Il che considerando il suo figliuol maggiore che era ambizioso e appetiva di farsi signore, non potendo aspettar il natural corso de la morte del padre, con l’aiuta d’alcuni suoi scelerati come egli era, prese il padre, la madre e tutti i fratelli, eccetto il minore il quale niente stimava, e a tutti cacciò gli occhi del capo senza punto aver di loro pietà; nè contento di così crudel sceleratezza come fatta aveva, fece i fratelli accecati condurre in quella camera dove il padre e la madre miseramente piangevano la lor cecità. Quivi fece egli accender un gran fuoco, di maniera che i poveri parenti e i fratelli suoi a cui gli occhi aveva cavati, tutti crudelissimamente ardendo fece morire. La matina, publicatosi sì nefando e scelerato parricidio appo gli uomini de la contrada, fu fatto un gran tumulto; ma essendo lo sceleratissimo parricida impatronitosi de la fortezza, fu senza contrasto creato soldano. Il minimo fratello inteso il fatto, non come pazzo e scemonnito ma come saggio se ne fuggì dentro il tempio che appo coloro è in grandissima riverenza, e sempre fu conservato libero da ogni violenza; e quivi come vendicatore de la sceleratezza nei parenti