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come fanciulli governargli. Ma al mal de la gelosia nè Galeno nè Ippocrate nè quanti mai medici furono, hanno ancor saputo ritrovar rimedio alcuno. E credo che solamente la morte sia la vera medicina del geloso. Pertanto divotamente io prego Iddio che per liberar il mondo di tanta peste mandi tutti i gelosi in paradiso. Chè se il crudelissimo e scelerato albanese fosse dui anni sono andato in cielo, egli non averebbe sì solenne e nefandissima pazzia commessa, come da fiera gelosia accecato fece, e la bella e gentilissima greca con le sue bellezze e leggiadri costumi farebbe ancor onor a questa nostra città. Furono molti epitaffii posti su la sua sepoltura, tra i quali uno ora m’è a la memoria sovvenuto, non perchè sia il più bello, ma perciò che per esser in versi m’è più restato in mente. Il quale mi par di dirvi e con la recitazione di quello finir oggimai il mio parlare. Dice adunque:


La greca ch’ebbe il titol d’esser bellaper cui sossopra il mondo fu rivolto,a par di questa fu men bella molto,com’è del sol men vaga ogn’altra stella.

E se famosa di beltà fu quella,di grazia e d’onestade in sè raccoltoebbe il pregio costei, di cui sepoltoil casto corpo giace in questa cella.

Ebbe un marito, oimè, crudo e feroceche fuor di modo ingelosito s’erasenza ragion aver del suo timore;

che con man omicida orrenda e fierauccidendo se stesso, a simil crocela moglie ancise ch’innocente more.


Il Bandello a l’illustrissimo e reverendissimo