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cominciò a far diversi pensieri ne la sua mente. Sapeva egli la donna esser molto ricca e che era moglie d’uno dei gran ricchi de la città di Parigi, e pensava se era ben fatto d’avvertir il marito di lei de la disonesta vita che ella teneva, e quasi fu per dar essecuzione a questo pensiero. Da l’altra parte gli pareva pure esser mal fatto a metter una donna in periglio di morte, che a lui niente apparteneva non gli essendo parente. Pensava anco che forse il marito di lei creduto non gli averia cosa che egli detto gli avesse, e non avendo modo di poter provare ciò che diceva, non restava perciò che non infamasse la donna. Gli occorreva anco che di leggero il marito averia potuto sgridar la donna e dirle: – Il tal m’ha detto la sì fatta cosa dei fatti tuoi e che ti ha veduto in cotal giardino giacerti con l’abbate, – e che di leggero la donna ne averia avvertito esso abbate, del che poteva facilmente avvenire che per vendicarsi l’abbate gli avesse fatto rompere il capo. Onde avendo tra sè fatti molti pensieri ed a nessuno appigliandosi e tuttavia chimerizzando e farneticando, a la fine in animo li venne di voler senza pericolo veruno, se possibil era, guadagnar alcuna somma di danari ingannando con una bella invenzione in un medesimo giorno ed in un medesimo modo l’abbate e la donna insieme, e far che l’inganno non apportasse agli amanti altra pena o danno che di danari. Fermatosi in questo pensiero e parendogli esser molto riuscibile, andò a trovar un amico suo, che era di quelli che hanno le botteghe piene di panni vecchi d’ogni sorte, che sono in modo acconci che paiono quasi nuovi, essendone gentilmente levato via con loro arte il sudiciume ed ogni grasso e macchia; e fattosi accomodare di vestimenti che fatti parevano a suo dosso, si mise onestamente in ordine che proprio pareva un fattore di qualche onorato gentiluomo. Come già vi ho detto, egli conosceva l’abbate e la donna e sapeva che da loro non era conosciuto. Sapeva medesimamente che l’abbate era gran giocatore e che la donna tutto il dì comprava maniglie, catene, fornimenti d’oro battuto da testa, cinture, corone e simili cose da donna, e spesso ne barattava. Il perchè non dando indugio a la cosa, fatto buon animo se n’andò a casa de l’abbate a trovarlo e gli fece intendere che aveva da parlar con lui. Intromesso ne la camera de l’abbate, dopo la debita riverenza gli disse: – Monsignore, madama tale mia padrona, – e nominò l’innamorata d’esso abbate, – si raccomanda molto umilmente a la vostra buona grazia e vi supplica con tutto il core che vi piaccia d’accomodarla di ducento scudi dal Sole, che fra un mese ve gli renderà, perchè ora