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ella non ha mostrato conoscerti per nemico, come tu ora contra lei ti mostri; ma cortesemente ti rendeva quell’onore che a le giovani onestissime e che di gentil creanza sono non è disdicevole render a chi le saluta e falle onore. Ella non girava il capo altrove, non torceva gli occhi a una altra banda, non si mostrava corucciosa e turbata in viso, nè atto nessuno meno che leggiadro e lodevole faceva; ma tutta benigna, tutta pacifica e modesta se ne stava. Forse che ella faceva come molte fanno, le quali per mostrarsi d’esser da bene si fanno tenere scostumate, rozze e villane, le quali se sono a le finestre o in porta, come veggiono venir alcun gentiluomo, o si tirano impetuosamente dentro, o vero se sono salutate, o torceno indietro il capo o se ne stanno immote e dritte, come se di pietra, marmo o bronzo fossero formate? Angelica, ancor che de l’animo tuo non fosse consapevole, nondimeno sempre che ti ha veduto, non come avversario o nemico, piena di schivezza ti ha negato lasciarsi vedere, ma s’è di continovo mostrata piacevole e liberale. Adunque vuol la ragione che tu non la riputi nemica. E se tu l’ami, come in effetto ferventissimamente ami, come ti può dar l’animo che veggendola tu in tanto estremo e periglioso caso come ora ella si trova, tu non le abbia compassione e non ti doglia infinitamente de li suoi dispiaceri? Che dico dolere? anzi mi pare che mai tu non debbia sopportare che un fratello di colei che ami, unicamente amato da lei, sia, per non trovar mille fiorini, morto, che tanti ne hai nei tuoi coffani che per scemargliene di mille, nè più nè meno sarai ricco e stimato come eri prima. Certo se mai si risapesse che tu essendo, come sei, di danari e di possessioni ricchissimo, facessi più stima di mille fiorini che de la contentezza e piacer di colei che tanto mostri amare, ciascuno ragionevolmente per uomo che di poco cor fossi ti terrebbe e senza forse ti giudicheria villano ed avarissimo. Nè ti persuadere che per tua scusa ti valesse allegar le passate ingiurie dei tuoi avi i quali, se con giuste bilance il caso sarà ponderato, più ne hanno altrui fatte che sofferte. Onde pensando ai tempi passati, sarai generalmente detto aver più tosto natura di fiera selvaggia e crudele che animo o discorso di creatura razionale. Carlo Montanino non t’offese, che si sappia, già mai, nè consente il diritto de la ragione che la colpa di cui egli non è colpevole sia in lui castigata, ma purgare e punir si deve ne la persona che l’ha commessa. Ora avendoti, Anselmo, la natura fatto gentiluomo di nobilissima e generosa stirpe, e la fortuna dei suoi beni essendoti mostrata liberalissima, chè ricco quanto altro che in