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adunque come fio de la mia servitù vi pago e dono, essendo certissimo che con quel vostro magnanimo core sarà da voi accettata come altri averebbero caro un dono d’oro e di gemme. State sano.


NOVELLA XLVIII
Il re Lodovico undecimo fa del bene a un guattero per un bel motto da quello detto argutissimamente.


Luigi di questo nome undecimo re di Francia fu molto, mentre che visse, travagliato, per quello che gli annali e croniche di Francia narrano; perciò che non solamente ebbe guerra con i bertoni, con i fiammenghi e borgognoni ed ancora con gli inglesi che avevano posseduto Francia poco meno di trecento anni, ma anco guerreggiò con quasi tutti i baroni de la Francia e con il fratello proprio. E in vero si può ben dire che egli non avesse maggiori nemici di quelli del suo sangue, che quasi tutti a destruzion sua si misero e gli fecero tutto quel male che a loro fu possibile, di modo ch’egli provò gli stranieri più amici che i suoi parenti. Perciò che avendo egli donato Savona e le ragioni che sovra il dominio di Genova pretendeva al duca Francesco Sforza primo di questo nome duca di Milano, esso duca Francesco grato del beneficio del re ricevuto, intendendo come egli era in pericolo di perder la corona per la rebellione de la maggior parte dei baroni e reali di Francia, gli mandò il suo primogenito Galeazzo Sforza in soccorso con un buon essercito sotto il governo del conte Gasparo Vimercato suo capitan generale, di modo che disfece i nemici suoi e restò re pacifico di tutto il regno. Egli era sempre stato uomo di suo capo e che di rado col conseglio d’altri si concordava, e dal re Carlo settimo suo padre di maniera si scordò che da quello se ne fuggì e si ritirò nel paese del Delfinato, ove in disgrazia del padre dimorò con gravezze insopportabili di quei popoli. Poi si ritirò appresso Filippo duca di Borgogna suo parente, il quale umanamente lo raccolse e lo trattò da fratello, e s’affaticò pur assai volendolo pacificare con il padre, che altro dal figliuolo non voleva se non che Luigi s’umiliasse e gli chiedesse perdonanza. Ma Luigi fu sempre tanto ostinato che il core mai non gli sofferse di chieder perdono al vecchio padre e a quello umiliarsi. Onde la bisogna andò così, che stette assai più di dieci anni senza veder il padre, di modo che il re Carlo morì essendo ancor il figliuolo in Borgogna appresso