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essa mutola, di modo che vedutolo a l’improviso, non Niceno ma la mutola si sarebbe creduto. Pose poi i panni di Niceno in luogo già previsto. Poi ammaestratolo di quanto far deveva, ella molto secura attendeva la venuta del marito, avendo prima concio il letto di modo che ella sola vi pareva esser giacciuta. Così anco compose la carriuola. Or ecco arrivar il marito con gli altri. Trovato a la posta il famiglio, e inteso che Niceno non era partito, salirono le scale, e cominciò Angravalle coi piedi a scuoter l’uscio. A questo romore, la donna come da lungo sonno destata disse: – Chi è là? – Poi, sembiante facendo di riconoscer il marito che gridava: – Apri, apri – disse, aprendo: – Che ora è questa di venir a casa? – Come la camera fu aperta, per esserle entrato il lume dei torchi, così Niceno che s’era corcato ne la carriuola, borbottando, secondo che la mutola soleva fare, si levò, facendo vista d’esser tutto sonnacchioso, e trattosi in collo una guarnaccia de la mutola e mezzo copertosi il viso, tuttavia facendo de le sciocchezze che la mutola far soleva, a la porta de la camera s’inviò. Angravalle che per fermo credeva lui essere la mutola: – Lasciala, – disse, – andare, chè questa rea femina, imperciò che ella è mutola e sorda e ciò che vede non sa altrui ridire, l’ha in camera tenuta. – Poi con un mal viso a la moglie rivolto: – Ove è, ribalda, – disse, – l’uomo che tu questa notte a te venir facesti? che miri, rea femina? che non rispondi? – Ella che l’amante sapeva essere in salvo, e parevale troppo bene il suo avviso succederle, in questo modo rispose: – Dio ti perdoni, consorte, queste parole che dire ti odo, che sarebbe molto meglio che tu ti fossi morsa la lingua. Sono io forse divenuta una di quelle che stanno in chiazzo e per prezzo danno lor stesse a chi ne vuole in preda? Io credo che per qualche sghiribizzo che in capo ti è nasciuto, hai a quest’ora condotto qui il signor mio padre e i signori miei fratelli, per far loro sì bello onore. Ma in fè di Dio le tue frenesie non averanno luogo, perchè io non so quello che tu dica, o in sogno tu t’abbia imaginato, perciò che mai persona al mondo altri che tu non è giacciuto meco. Guarda ben bene per la camera, apri i forsieri, rivolta il tutto, e chiarisceti che tu t’inganni. Io non posso già un uomo sotto questa sottanella celare. Tu hai pur trovata la camera con il chiavistello fermata, e visto chiaramente hai che nessuno qui dentro era eccetto la mutola, che per non star di notte sola in camera dentro la carriola s’è giacciuta. E così voleva far tutte le notti che tu restavi fuori, avendomi oggi detto che alquanti giorni ti conveniva star in villa. – Il padre di