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Come poi Angravalle fu al letto venuto, ella altro non fece che rammaricarsi, e raggirarsi senza ricever mai riposo. Circa poi il mezzo de la notte con gran fretta si levò, e fingendo d’aver flusso di corpo, se n’uscì di camera e in un’altra quivi vicina andò, ove era il luogo da levar il peso del corpo. Angravalle che alora s’era destato, e la moglie aveva sentito levare, tutto di gelosia pieno, dubitando che ella alcun suo amante seco avesse, celatamente le tenne dietro, ma non perciò sì destro che ella, che l’occhio aveva al pennello, non se ne accorgesse. Ora parendo a lei che il fatto succedesse secondo il suo avviso, tuttavia gemendo si lamentava, e con la bocca faceva un certo rimbombare, rappresentante il suono che fa uno quando pieno di ventosità scarica le superfluità del ventre. E così se ne stette buona pezza, in modo che Angravalle credette fermamente che nel vero avesse flusso di corpo e acerbi dolori patisse. Si levò ella e ritornò al letto, ma poco di poi tre o quattro volte anco si rilevò, e al destro se n’andò, e medesimamente Angravalle la seguitò; ma nulla sentendo che sospetto generar potesse, e parendogli ogni volta che la seguitava che ella il corpo purgasse, non si curò altrimenti, ben che ella diece volte forse si levasse, d’andarle più dietro. Come madonna Bindoccia s’avvide che egli più non le teneva dietro nè spiava ciò che ella si facesse, le parve che il suo avviso troppo bene le succedesse, e diceva tra sè: – Guardami pure, marito, se sai, chè questa notte che viene io veglio che tu senza partirti da Napoli navighi in Inghilterra a Cornovaglia, e la tua nave passi per Corneto. – Venuto il giorno e stando ella nel letto, si fece chiamar il famiglio, e gli ordinò un manicaretto appropriato e conveniente al flusso del corpo. Voleva Angravalle o almeno diceva di farle venire il medico; ma ella non volle, dicendo non voler che il corpo se le stringesse, perchè ella si purgava e sapeva che per questo riceverebbe gran profitto e beneficio di sanità. Così tutto il dì se ne stette nel letto, ed alcuna volta levandosi faceva vista come l’altre volte d’andar al necessario e votare il ventre. Ora Niceno, secondo l’ordine che avuto da la donna aveva, come furono tre ore di notte, a la casa del marito de la sua donna si trasferì, e in quella per via d’un giardino entrò. La casa era molto grande, con bellissimo cortile e verroni ed altane, come in Napoli s’usa. Era anco copiosa di sale e di camere di sotto e di sopra, e in quella altri non albergavano che Angravalle, Bindoccia, la mutola ed il famiglio, il quale, perchè dei cavalli aveva cura, dormiva ne le stalle che erano assai discoste da la casa. Il perchè