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Barbara aveva fatto preparar de le frutte che la stagione apportava, con confetti ed ottimi vini. E confettando e bevendo, diverse cose dissero, andando poi ciascuno ove più gli era a grado. Mentre le frutte si mangiavano, madonna Barbara, entrando dove madonna Eleonora ancor in letto giaceva, le disse: – Madonna, mio fratello v’ha pur reso pan per ischiacciata? – Ella piangendo la pregò che le facesse recar i panni, di lei che tradita l’aveva forte rammaricandosi. Sovravvenne Pompeio, e salutandola le disse: – Signora mia, noi siamo par pari. Tuttavia la ragion vuole che voi abbiate il torto, – e tante cose le disse che la si pacificò. E già gustato avendo gli abbracciamenti de l’amante esser più saporosi di quelli del marito, si lasciò in tutto passar la còlera, e fece di modo che lungo tempo goderono del loro amore, e lasciando di beffar più nessuno divenne piacevole e gentilissima. E perciò, donne mie care, imparate a non beffar altrui, se non volete esser beffate con forse doppia vendetta.


Il Bandello a l’illustrissima ed eccellentissima signora la signora Isabella da Este marchesana di Mantova


Più volte, madonna, dopo il pietoso caso de la morte de la contessa di Cellant, m’è sovvenuto di quel che voi, non è gran tempo, nel vostro amenissimo luogo a Diporto mi diceste, alor che ella ne le prime nozze era moglie del nostro signor Ermes Vesconte, che Dio abbia in gloria, perciò che egli era riputato esser di lei geloso. Del che era in Milano assai biasimato. Egli non permetteva che ella praticasse in molti luoghi, se non in casa de la signora Ippolita Sforza e Bentivoglia, ove spesso io la vedeva e seco domesticamente ragionava. Onde mi ricordo che, essendo ella fanciulletta, e volontarosa, come le fanciulle sono, d’andar a le feste con quella libertà che le donne milanesi vanno, pregò essa signora Ippolita, che l’impetrasse dal marito di poter andar in certo luogo, massimamente essendovi invitata. La signora Ippolita fece in effetto l’ufficio a la presenza mia con il signor Ermes, un giorno che di compagnia eravamo noi tre soli a ragionar insieme. Ascoltò il signor Ermes la richiesta