Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
tagliate qui, dov’è questo nastro giallo, – e tuttavia vi teneva su la mano. Il marito alora essendosi concio in atto di ferire, disse a la moglie: – Fatevi in costà, se volete ch’io vi faccia veder ciò che questa spada sa fare, e vederete un colpo per una volta. – Erano de l’altre robe sotto a Pompeio e a dosso. Onde ridendo al marito disse: – In buona fè, io credo che voi sète così buono che mi guastareste queste vesti. Andate andate, chè quando le aveste guaste, io non so quando poi n’avessi de l’altre. La forza del vostro braccio io non vo’ per ora che si dimostri sovra i miei panni. – E con queste ed altre parole condusse il marito fuor di camera, il quale montato a cavallo andò per la città a diporto. Ella, mandate le sue donne per casa a far faccende, entrò in camera e scoperse il povero amante che era più morto che vivo, e mille volte la donna, se stesso e il suo amore aveva biasimato. Scoperto che la donna l’ebbe, sorridendo gli disse: – Or via, andate per i fatti vostri, e più non mi molestate di cose d’amore, perciò che ogni volta che voi ardirete venirmi in casa a questo modo, io di tal moneta vi pagherò, e forse di peggiore. – Pompeio preso alquanto d’animo: – Signora mia, – le rispose, – non incolpate altro se non il troppo amore, che a far questo m’ha sospinto. – E non volendo ella che moltiplicasse in parole, si partì tutto combattuto d’amore e da sdegno. E pensando in che modo poteva goder del suo amore e de la donna vendicarsi, gli cadde ne l’animo uno strano pensiero, ed altro non aspettava se non l’occasione, e come prima corteggiava e seguiva la donna, la quale quando lo vedeva era astretta a ridere, ricordandosi come trattato l’aveva. Avvenne, non molto dopo, che il marito d’Eleonora partì di Lombardia e andò a Roma, ove sapendo Pompeio che qualche mese egli starebbe, l’istesso dì che quello se n’andò, egli finse d’esser infermo, e fece per la città divolgar che la sua infermità era gravissima. Onde alcuni giorni chiuso in camera dimorò, avendo un solenne medico a la cura sua, che tanto faceva quanto voleva Pompeio. Aveva anche de l’animo suo instrutta madonna Barbara sua sorella. Questa un dì invitò madonna Eleonora a desinar seco, la qual di grado accettò l’invito, perchè tra loro era gran domestichezza. Mentre desinavano e del mal di Pompeio ragionavano, venne un servidore e a madonna Barbara disse: – Signora, egli è in quest’ora venuto a vostro fratello un strano accidente, e ha perduta la favella. – Oimè, – rispose ella, – fa metter in ordine la carretta. – E confortandola madonna Eleonora e offerendosi andar seco, lasciate le donzelle in casa a desinare, elle montarono amendue in carretta, e calate l’antiporte de la